Vincitore
del Premio Campiello 2025, “Di spalle a
questo mondo” di Wanda Marasco (Neri Pozza) è un romanzo complesso,
certamente non per tutti.
La scrittura,
raffinata e lirica, utilizza tutte le gradazioni dei registri linguistici,
finanche quello barocco per la ricerca puntuale, talora ossessiva ed
estenuante, di vocaboli aulici, obsoleti, rari, in disuso, antiquati, arcaici e
dotti, incluse le reiterate invenzioni neologistiche. La costruzione delle frasi non sempre rende
agevole la lettura del romanzo. Il testo
assume un tocco di musicalità grazie al dialetto napoletano che inframezza i
periodi.
La
storia del conflitto fra garibaldini e borbonici nella Napoli iniziatica ottocentesca
assume il ruolo di colonna sonora della narrazione.
Il
racconto vortica intorno a Ferdinando, un apprezzato medico, accademico e
parlamentare, mentalmente instabile e alla bella consorte russa Olga, costretta
a mandare il coniuge in manicomio per i ripetuti comportamenti folli e poi,
nella conclusione, a fare altro.
Amore
e morte si accoppiano e si nutrono l’uno dell’altro.
La
torre non è solo un edificio da cui si osserva dall’alto il mondo e le
vicissitudini umane.
La
paura è il collante di tutta la storia. È la paura la parola più utilizzata ed
è la paura ad essere il motore di ogni azione e decisione dei protagonisti, dei
co-protagonisti, degli attori non protagonisti e delle comparse.
Donne
e uomini si muovono nelle loro esistenze compulsati da amori tragici, pulsioni di
morte e un costante stato di paura.
Amore,
morte e paura.
Napoli
nasce dalla morte di Partenope, il Vesuvio dal dio romano Vulcano, Ferdinando e
Olga si rispecchiano in Orfeo e Euridice.
La
zoppia accompagna l’incedere di Olga che si fa carico della psiche malata del
marito, estetica del disequilibrio relazionale fra le persone, disarmonia invisibile
che muta in sofferenza fisica.
Il
romanzo è costituito da una ragnatela di suoni divenuti tratti di penna imprigionanti
i personaggi nelle loro debolezze mentali e caratteriali. Ferdinando, Olga e la
loro cerchia di amici e conoscenti sono incatenati in se stessi, privi dell’ardire
necessario per liberarsi dalla proprie sbarre interiori. Olga al termine
capisce e agisce, decisione che il lettore potrebbe non comprendere, costretto
alla riflessione nei giorni successivi alla chiusura le libro.
“Di spalle a questo mondo” è certamente
autentica letteratura italiana.
Fabrizio Giulimondi
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