martedì 24 aprile 2012

Tintoretto



Le  Scuderie del Quirinale (che affacciano sulla piazza ove sono collocati    il palazzo del Quirinale (sede del Presidente della Repubblica) e della Consulta (sede della Corte Costituzionale) ospitano la prima mostra monografica sul grande pittore veneziano cinquecentesco Tintoretto, mostra allestita mirabilmente, anche per la capacità didascalica, dal noto critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Prima di farVi coinvolgere dalla mostra – di grande pregio  culturale e artistico – godeteVi i luoghi e la veduta di Roma che potrete ammirare dal piano superiore delle Scuderie.
Sono stato colpito dalla varietà cromatica delle tele e dall’uso fatto dal Maestro del rosso in tutte le sue sfumature, con la diffusa presenza di uno splendido rosso carminio, che colora le vesti dei personaggi della aristocrazia veneziana ritratti sulle tele, anche sotto le spoglie di santi e di martiri.
E qui arrivo al secondo aspetto che ha interessato gli studiosi dell’arte: talora i soggetti dipinti, ad esempio, nel “Miracolo dello schiavo” e nelle due “Ultima cena”, rimangono sconosciuti a chi guarda, non essendo riusciti i critici ad individuarne le coordinate storiche o il loro collegamento con i personaggi vissuti in quell’epoca: chi è Giuda nelle due tele aventi ad oggetto l’Ultima Cena? Quali personaggi della Venezia rinascimentale sono raffigurati da Tintoretto dietro i volti e i corpi che circondano come “protagonisti”, “coprotagonisti” o “comparse” lo schiavo miracolato e San Marco che scende dal Cielo nel telero (termine adoperato solamente a Venezia per indicare una tela di grande formato) del “Miracolo”? Non ci è dato sapere, in quanto  l’Autore dipingeva prevalentemente non per il pubblico, ma per una ristretta cerchia di persone, amici ed estimatori, i quali sì conoscevano quei volti e quei corpi.
L’”Incoronazione della Vergine” è una rappresentazione pittorica di notevole raffinatezza, dove dalla periferia al centro, ove troneggia il Cristo che incorona Sua Madre,  i Vostri occhi  passeranno fra una molteplice e variegata  ricchezza di colori, attraverso una straordinaria – nel suo significato etimologico più vero, ossia extra ordinem – policromia.
V’è una sala  - assolutamente unica nel suo genere – interamente dedicata ai ritratti di personalità veneziane e fiorentine, per mezzo dei quali Tintoretto - che fu preferito nella Corte medicea ai ritrattisti di corte – esprime con il pennello la fisiognomica e la biografia delle persone ritratte, di alcune delle quali si sconoscono le origini e la vita.
Mi affascina l’idea che il furor così come concepito dall’uomo del ‘500 fosse l’ansia compositiva che anima l’artista e,  che il   furor abbia  spinto Tintoretto ad arricchire l’Umanità di tutto queste bellezza!

Fabrizio Giulimondi

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