Le
Scuderie del Quirinale (che
affacciano sulla piazza ove sono collocati
il palazzo del Quirinale (sede
del Presidente della Repubblica) e della Consulta (sede della Corte
Costituzionale) ospitano la prima mostra monografica sul grande pittore veneziano
cinquecentesco Tintoretto, mostra
allestita mirabilmente, anche per la capacità didascalica, dal noto critico
d’arte Vittorio Sgarbi.
Prima di farVi coinvolgere dalla mostra – di grande
pregio culturale e artistico – godeteVi
i luoghi e la veduta di Roma che potrete ammirare dal piano superiore delle
Scuderie.
Sono stato colpito dalla varietà cromatica delle tele e
dall’uso fatto dal Maestro del rosso in tutte le sue sfumature, con la diffusa
presenza di uno splendido rosso carminio, che colora le vesti dei personaggi
della aristocrazia veneziana ritratti sulle tele, anche sotto le spoglie di
santi e di martiri.
E qui arrivo al secondo aspetto che ha interessato gli
studiosi dell’arte: talora i soggetti dipinti, ad esempio, nel “Miracolo dello
schiavo” e nelle due “Ultima cena”, rimangono sconosciuti a chi guarda, non essendo
riusciti i critici ad individuarne le coordinate storiche o il loro
collegamento con i personaggi vissuti in quell’epoca: chi è Giuda nelle due tele
aventi ad oggetto l’Ultima Cena? Quali personaggi della Venezia rinascimentale
sono raffigurati da Tintoretto dietro i volti e i corpi che circondano come
“protagonisti”, “coprotagonisti” o “comparse” lo schiavo miracolato e San Marco
che scende dal Cielo nel telero
(termine adoperato solamente a Venezia per indicare una tela di grande formato)
del “Miracolo”? Non ci è dato sapere, in quanto
l’Autore dipingeva prevalentemente non per il pubblico, ma per una
ristretta cerchia di persone, amici ed estimatori, i quali sì conoscevano quei
volti e quei corpi.
L’”Incoronazione della Vergine” è una rappresentazione
pittorica di notevole raffinatezza, dove dalla periferia al centro, ove
troneggia il Cristo che incorona Sua Madre, i Vostri occhi passeranno fra una molteplice e variegata ricchezza di colori, attraverso una
straordinaria – nel suo significato etimologico più vero, ossia extra ordinem – policromia.
V’è una sala -
assolutamente unica nel suo genere – interamente dedicata ai ritratti di personalità
veneziane e fiorentine, per mezzo dei quali Tintoretto - che fu preferito nella
Corte medicea ai ritrattisti di corte – esprime con il pennello la fisiognomica
e la biografia delle persone ritratte, di alcune delle quali si sconoscono le
origini e la vita.
Mi affascina l’idea che il furor così come concepito dall’uomo del ‘500 fosse l’ansia compositiva che anima l’artista
e, che il furor abbia spinto Tintoretto
ad arricchire l’Umanità di tutto queste bellezza!
Fabrizio
Giulimondi
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