Consiglio
veementemente di leggere Ricordi di un angelo sporco di Henning
Mankell (Mondadori) a registi, sceneggiatori, autori
televisivi e ideatori di fiction:
da questo ultimo stupendo romanzo di uno dei più grandi scrittori
scandinavi al mondo ( 40 milioni di libri venduti!) potrebbe essere
ricavato una avvincente opera
cinematografica o, in alternativa, un interessante lavoro sul piccolo
schermo, magari in più puntate.
L’Angelo sporco è Hanna, giovane
svedese appena diciottenne figlia, insieme a tre fratelli, di una donna
vedova e povera, che viene costretta dalla madre ad andare via verso la costa a
causa della terribile carestia del colpì il Nord Europa nel 1903.
Le avventure che
vive Hanna dalla Svezia all’Africa Orientate Portoghese (oggi Mozambico)
ricordano la spola che compie l’Autore annualmente fra il suo
Paese natio e lo Stato africano, molto bel conosciuto nei suoi costumi e
tradizioni come trapela dalla narrazione stessa.
La giovane svedese
si trova ad essere prima sposa del nostromo sulla nave che la sta conducendo
nella lontana Australia, poi, abbandonato il mercantile, moglie di un
tenutario di un grande ed importante bordello - di cui diventerà la
proprietaria - nell’Africa Australe. Conoscerà il razzismo dei
colonialisti portoghesi, da cui in un primo tempo sarà attratta per poi
divenirne accanita avversaria, oltre una imperante menzogna. Suoi amici sono una scimmia (con finale
triste) e una donna di colore (con finale tragico), legata affettivamente
ad un mascalzone, per la quale mostrerà un raro coraggio per quelle zone
e per quell’ epoca. Mai avrà la vera vicinanza delle prostitute -
tutte rigorosamente nere per clienti esclusivamente bianchi
- le quali rimarranno sempre diffidenti nei suoi confronti.
Se cominciate a
leggerlo lo divorerete in poche ore, perché il linguaggio è semplice, lo stile
scorrevole, il racconto avvincente, la storia fluida, il finale inaspettato e
magico: le parole si tramuteranno attraverso la Vostra mente repentinamente
in immagini e le immagini nel Vostro film personale.
Fabrizio Giulimondi
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