mercoledì 23 agosto 2017

"SOLE CUORE AMORE" DI DANIELE VICARI

Locandina Sole cuore amore
Sole Cuore Amore”, titolo tratto dal brano-tormentone dell’estate 2001 di Valeria Rossi, è un film di particolare bellezza artistica, estetica e contenutistica. La pellicola, nonostante la sua drammaticità, fa vivere allo spettatore i momenti di vita familiari in modo sereno e, direi, lieto. E’ un’opera sul coraggio di mettere su famiglia nonostante tutto. E’ un film sull’amore gratuito, sull’ amicizia gratuita, sulla solidarietà vera e non ideologica, sui sentimenti autentici. E’ un film centrato sulla forza eroica di Eli (interpretata da una incommensurabile Isabella Ragonese) che, per mantenere i quattro figli (con cui è sempre dolce e disponibile) e il marito (il bravo attore Francesco Montanari) - costretto a lavoretti estemporanei a dispetto della grande voglia di lavorare -, fa avanti e indietro fra il litorale laziale e la zona sud di Roma (due ore di tragitto per andare e due ore per tornare) per fare la commessa (in nero e sottopagata) in un bar. Anche qui la “piccola eroina di tutti i giorni” profonde sorrisi e positività, ossia umanità malgrado tutto, malgrado il proprietario del locale (il sempre grande Francesco Acquaroli) sia un tarpano ripiegato sui soldi che passa il tempo a contare ristretto nello spazio angusto della cassa. La vita di Eli si interseca con quella di Valentina, una cara giovane amica ballerina contemporanea (Eva Greco, cui non mancano particolari doti espressive) con gravi problemi di rapporto con la madre e che mal vive il proprio lesbismo.
La fatica; la quotidianità sempre eguale a se stessa; la ripetitività di gesti e delle movenze; i medesimi mezzi pubblici da prendere, tanti, affollati, troppi chilometri da percorrere; il sonno sempre presente che tortura gli occhi di Eli, la sveglia tutti i giorni alle 4.30 del mattino; il lavoro sette giorni su sette con mezza giornata di riposo: la Ragonese esprime mimicamente e corporeamente tutto questo. Eli è raro che si alteri ma subito dopo si ferma, blocca il risalire e il fluire di sensazioni nefaste.  Eli deve rimanere calma, deve sorridere, perché l’amore per il marito, i figli, la famiglia, l’amica Valentina, la collega di sfruttamento Malika (Chiara Scalise) prevale su tutto. E’ un film che trasuda stanchezza, ma è una stanchezza tinta di sorrisi, di sguardi incoraggianti, di “ce la possiamo fare, questo momento è transitorio, passerà”.
Il colore del film è il rosso e la sua sonorità quello di un sax melodico o jazz, sino ai ritmi cardiaci di un clavicembalo distorto elettronicamente che diviene musica tecno angustiante, presagio di tragedie. V’è una tecnica suggestiva adoperata dal noto Regista Daniele Vicari: la trama si fonde nelle immagini che compongono scene nelle quali lo scuro della notte contrasta con il purpureo del giorno, purpureo che diviene sempre più acceso per esplodere nei vestiti di scena delle danzatrici sul finire della proiezione e, infine, sciogliersi in una colonna sonora che racconta essa stessa di una vita che dovrebbe essere altro.
Film che non può non essere visto.

Fabrizio Giulimondi


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