Il
panorama letterario scandinavo, già ricco di personalità al pari di Jo Nesbø e del compianto Stieg Larsson, vede accrescere la propria costellazione di Autori
thriller con la già nota e brava Scrittrice svedese Camilla Läckberg.
“La strega” (Marsilio Farfalle) è un intrigante romanzo la cui narrazione si svolge su
tre piani prospettici e temporali, fra il 1672, la scomparsa e l’omicidio di
Stella e quella di Linnea.
La
raffigurazione dei personaggi può risultare manichea: o totalmente buoni o
completamente malvagi.
Un
sistema solare di corpi ed anime - fra
cui alcuni ragazzi stile “Arancia Meccanica” - gravitano introno a più Soli costituiti da
protagonisti contrastanti fra di loro per tinte caratteriali e peculiarità della
personalità.
Il “politicamente
corretto” che permea la struttura narrativa rischia di rendere, talora, un poco
ridicolo il tratteggio somatico e morale delle donne e degli uomini cha scorrazzano
lungo la trama: omosessuali, immigrati e progressisti inverano il “Bene” e sono,
fatalmente, tutti belli, intelligenti, intuitivi e, ovviamente, buoni (o
incompresi); gli altri sono brutalmente descritti come grassi e sudaticci, spietati,
cinici o chiusi in un cupo egoismo.
“La strega” è lavoro coinvolgente ma purtroppo
macchiato da questo inutile ideologismo che fa disvelare, sin dai primi
capitoli, la conclusione che appare non inaspettata una volta oltrepassata la seicentesima
pagina: il politically correct segue
regole semplici e, di conseguenza, assunto un dato il finale si trascina verso
lidi scontati.
Fabrizio Giulimondi
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