Siamo
giunti al terzo (e credo ultimo) tempo del film a puntate “Smetto quando voglio”, nell’episodio “Ad honorem”. Oramai le pellicole sono a spezzatino e si prolungano
nel tempo e, direi, negli anni, inducendo lo spettatore a compiere uno sforzo
di memoria su quanto precedentemente accaduto.
Il regista
Sidney Sibilia ha avuto un’ottima
intuizione artistica ben sviluppata in questi lavori, con coerenza tecnica,
smaltante maestria e allegro e frizzante scintillio. Anche “Smetto quando voglio - Ad honorem” si
alterna fra pensiero e la tipica comicità della commedia tradizionale italiana,
il tutto questa volta arricchito da una punta di suspance e di thriller.
Sydney Sibilia fa
propri gli insegnamenti, che vanno da Mark Twain a Pirandello a Chesterton, secondo
i quali comicità e umorismo traggono il loro materiale scenico dalla tragicità
della vita. E’ δρᾶμα che muta in
comicità e umorismo vedere menti eccelse del panorama scientifico, letterario,
culturale e della ricerca italiano costrette a delinquere, ristrette in galera per
divenire, al termine, loro stesse salvatrici di quella Università “Sapienza” di
Roma delle cui baronie sono state vittime. E’ la “commedia dell’assurdo” che si
ripete in modo riflessivamente ridanciano e grottesco.
Il
cast è composto dai migliori volti del grande e piccolo schermo (Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi,
Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Giampaolo
Morelli, Greta Scarano, Luigi Lo Cascio, Valeria Solarino, Neri Marcorè).
Godibilissimo!
Fabrizio Giulimondi
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