venerdì 1 dicembre 2017

"BORG McENROE" DI JANUS METZ PEDERSEN


Il 5 agosto 1980 è stato il giorno di uno scontro tennistico di potenza titanica al confine con il mitologico.
Lo svedese Björn Borg e lo statunitense John McEnroe si sono sfidati all’ultimo sangue. Lo svedese, l’“Uomo di Ghiaccio”, si gioca il ruolo di leggenda: divenire il quinto vincitore consecutivo a Wimbledon.
Borg McEnroe, di Janus Metz Pedersen, è un film di grande valore estetico ed etico, carico di energia e lotta interiore, che riprende lo schema di “Rush”, in cui si contendevano il titolo mondiale di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Dalla Formula 1 al tennis, stesse rivalità, stessa tensione a fior di pelle. Nel film di Pedersen l’attenzione, però, si concentra soprattutto sulla sfida spasmodica di Borg con se stesso.
Borg si confronta con le sue paure, le sue angosce, le sue paranoie, evocando anche la propria vita di fanciullo e ragazzo. Anche McEnroe, a sua volta, è proiettato nel suo passato di fanciullo e di ragazzo: McEnroe l’esagitato, McEnroe lo psicotico.
Borg sente la pressione del Mondo intero, l’ansia da prestazione arriva alla somatizzazione. L’algido senza emozioni Borg non è stato sempre così. Ora, però, ogni atto di rabbia, ogni ansia, ogni scatto di ira si trasformano in un colpo di racchetta, un colpo alla volta, sino ad accumulare vittorie su vittorie.
Adesso Borg deve affrontare la sfida delle sfide. McEnroe possiede un tiro mancino micidiale che cancella il disprezzo che il pubblico prova per il suoi insulti verso gli spalti e gli arbitri.
Due giganti del tennis a confronto nella veste di atleti e uomini.
La rivalità fra Borg e McEnroe, come per Coppi e Bartali, come per Lauda e Hunt, è un racconto di vera amicizia, perché i rivali nutrono una immane stima per l’altro, e senza l’altro loro non sarebbero i campioni che sono diventati. John McEnroe al pari di James Hunt è genio e sregolatezza; Borg similmente a Niki Lauda è compostezza, concentrazione, disciplina. Ma Borg è ossessivo nelle sue superstizioni e i comportamenti che precedono ogni gara rasentano la follia, affini a riti pagani.
Nel gioco del tennis la personalità dei giocatori costituisce la prima componente del competitore, poiché i tennisti sono l’uno contro l’altro mentre un Universo li osserva, li scruta, li giudica, li ama o li demonizza. Il film entra dentro queste due personalità e ciò che si nasconde dietro, a fianco e davanti.  
Due attori straordinari che incarnano l’essenza dei due protagonisti, avvicinandosi in maniera quasi perfetta alla fisicità, alla mimica ed alle movenze dei veri Borg e McEnroe: in Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf vedrete Borg e McEnroe.
Non staccherete mai gli occhi dallo schermo e la lunga parte finale del secondo tempo dedicata alla partita del 5 agosto vi rapirà: ogni respiro, ogni battito cardiaco, ogni muscolo, ogni nervo teso, saranno i vostri respiri, battiti cardiaci, muscoli e nervi.

Fabrizio Giulimondi


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