venerdì 22 dicembre 2017

"WONDER" DI STEPHEN CHBOSKY

Wonder” di Stephen Chbosky - adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di R.J.Palacio del 2012 - è un film gradevole sui buoni sentimenti che non scende mai in una noiosa e trita banalità, forse per la bravura dei grandi attori e attrici che vi recitano (Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic e il promettentissimo ragazzino Jacob Tremblay, nei panni del protagonista dal viso nato deturpato ed operato ben ventisette volte Auggie Pullman).
La pellicola richiama, sin dalle prime battute, lavori come Dietro la maschera di Peter Bogdanovich e The elephant man di David Lynch, di ben più drammatica portata.
Si alterna fra l’endemico e crudele fenomeno statunitense del bullismo e interessanti momenti di descrizioni caratteriali ed analisi dei problemi conseguenti alla presenza di un familiare “problematico”, per ragioni fisiche (come in questo caso) o mentali. La sorella di Auggie, Via Pullman – in realtà sua co-protagonista -, interpretata da Izabela Vidovic, è una “sorella unica”, perché ha dovuto costruirsi un percorso tutto da sola per non aggravare il “fardello” dei genitori, completamente presi dal figlio, specialmente la madre (Julia Roberts ) la cui attenzione è concentrata unicamente sul figlio, dopo aver abbandonato aspirazioni (fondate) artistiche: Auggie è il sole e il padre (Owen Wilson), la madre e la sorella costituiscono il sistema dei pianeti che introno a lui girano.
Il film è un segnale di rinascita in quanto sarà la scuola (la prima media) che, da tormento per il bambino, diverrà momento di liberazione, grazie alla “forza silenziosa” di Auggie.
La liberazione è interiore ma non potrà non passare attraverso la fuga dalla prigione che il bambino si è costruito addosso, ponendosi un casco da astronauta perennemente sul capo.
Le pennellate immaginifiche ed oniriche forniscono un tocco di delicatezza sorniona alla visone di “Wonder”, che risulta godibile nel mandare esplicitamente un messaggio che in questi tempi non è facile a trovarsi: la famiglia è importante e aiuta i suoi componenti ad uscire da difficoltà anche di grande densità e pesantezza.
Una standing ovation spetta a tutti, almeno una volta nella vita.

Fabrizio Giulimondi

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