venerdì 2 febbraio 2018

"SONO TORNATO" DI LUCA MINIERO


Benito Mussolini cade come un meteorite su piazza Vittorio e si aggira per il centro di Roma, girovagando poi fra talk show, trasmissioni televisive, redazioni giornalistiche, sezioni di partito neo-fasciste” e gente comune (autenticamente comune, senza alcuna brama attoriale).
Il Duce del fascismo non è stato ammazzato il 28 aprile 1945 ed è di nuovo fra di noi: questa è la brillante intuizione che Luca Miniero infonde nel suo nuovo (docu-) film “Sono tornato”, trasposizione in camicia nera del lavoro di David Wnendt “Lui è tornato”, incentrato, invece, sulla figura di Hitler.
Non dirò molto su questa pellicola perché è troppo intrigante per non essere vista, troppo ironica, surreale, apologetica e veritiera.
Mi siano consentiti soltanto due brevi spunti di riflessione.
Mussolini agli occhi del pubblico adulante diventa un criminale solo dopo aver ammazzato un cane (la religione animalista).
“Acchiappante” la scena dell’anziana signora ebrea, unica superstite della deportazione del ghetto romano del 16 ottobre 1943, la cui vista del Dittatore la fa uscire dall’incipiente Alzheimer riproiettandola, sana di mente, a quei giorni tenebrosi.
Una nota di encomio a Massimo Popolizio, caricatura -  ma non troppo – di Mussolini, a Frank Matano nei panni del giornalista “scopritore” di quello che lui considera solo un bravo attore e, infine, a Stefania Rocca, dirigente televisiva “squala”.
Buona visione!

Fabrizio Giulimondi


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