I LICENZIAMENTI NEL PUBBLICO IMPIEGO: TANTO RUMORE PER NULLA!
Il Governo sta predisponendo
un disegno di legge delega sulla riforma del lavoro pubblico e il Ministro del
Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero (competente, fra l’altro, nella
materia del lavoro privato) sta contestando al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione
Filippo Patroni Griffi (competente, fra l’altro, nella
materia del lavoro pubblico) l’assenza nell’articolato di previsioni stringenti
in tema di licenziamenti individuali anche
per i pubblici dipendenti, con ingiustificato trattamento – a detta del
Ministro Fornero – rispetto ai lavoratori privati, destinatari di una rigorosa
riforma del mercato del lavoro, appena
approvata dalla Assemblea di Palazzo Madama e, attualmente, all’esame della Camera dei Deputati.
Non capisco di cosa si stia discutendo!
Il Testo Unico sul pubblico
impiego (d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165), nella versione conseguente all’ultima
modifica apportata dal c.d. Decreto Brunetta (d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, in attuazione della
legge delega 4 marzo 2009, n. 15), disciplina – eccome! – la materia dei
licenziamenti individuali.
Il licenziamento possiede
natura disciplinare ed è previsto nelle seguenti ipotesi:
- falsa attestazione della presenza in servizio;
- assenza priva di valida giustificazione;
- ingiustificato rifiuto del trasferimento;
- falsità documentali o dichiarative;
- reiterate e gravi condotte aggressive o moleste o minacciose o ingiuriose;
- condanna penale definitiva;
- valutazione di insufficiente rendimento (parimenti al settore privato).
Nella evenienza in cui vi sia un eccesso di personale presso una
struttura pubblica, inoltre, l’Ente in surplus ha l’obbligo di procedere alla c.d. mobilità collettiva, che
si sostanzia nella collocazione in disponibilità presso altre compagini
amministrative. Il collocamento in
parola dura perentoriamente per non più
di 24 mesi e, consente la percezione da
parte del personale in esubero dell’80 per cento della retribuzione, inclusa l’indennità
integrativa speciale (similmente alla
Cassa Integrazione Guadagni del mondo privatistico, nel quale, però, v’è anche
la possibilità della proroga per ulteriori 12 mesi a seguito di approvazione
della Cassa Integrazione Straordinaria).
Cessati i due anni senza che la
“risistemazione” del lavoratore pubblico sia avvenuta, il rapporto di lavoro si
risolve automaticamente.
Domanda: la legge delega
sulla riforma del pubblico impiego che i tecnici del Ministero di Patroni
Griffi stanno mettendo a punto che cosa altro dovrebbe prevedere? Forse il
licenziamento individuale economico? Ma tale forma di “espulsione coattiva” non
ha alcun senso all’interno della Pubblica Amministrazione, fornendo essa
servizi pubblici di natura generale fruibili in modo indifferenziato dalla
collettività, prevalentemente non
apprezzabili sotto un aspetto economico-finanziario.
Non possiamo che dire insieme
a Shakespeare “Much ado about nothing!”
Alcune volte il furore
ideologico avverso il sistema pubblico
fa sbagliare anche i migliori tecnici.
Concludo ricordando che: “La
finanza pubblica deve essere sana. Il bilancio deve essere in pareggio. Il
debito pubblico deve essere ridotto. L’arroganza della amministrazione deve
essere combattuta. La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di
vivere di sussidi pubblici.” Indovinate questa frase chi l’ha pronunziata? Il
grande Cicerone nel 55 A.C…..Il
tempo passa, i problemi sono sempre gli stessi, almeno qui in Italia!
Prof. Fabrizio Giulimondi
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