“La
vendetta di un uomo tranquillo”, pluripremiata opera prima come regista dell’attore e
sceneggiatore spagnolo Raúl Arévalo Zorz, è un film dal sapore autentico e
caustico sulla vendetta. La pellicola richiama (e credo che Arévalo l’ abbia
vista) “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli con un non plus ultra
Alberto Sordi. Nell’opera italiana la vendetta è vissuta all’interno delle mura
di una microbica famiglia borghese nostrana, mentre nel lavoro iberico in seno
agli spazi di anonime periferie ispaniche.
Alberto Sordi è un "impiegatuccio", Antonio de la Torre un ragazzo
semplice e innamorato che sta per sposarsi. Entrambi sono protagonisti
tranquilli, che nulla fanno agli altri e nulla gli altri devono far loro.
Entrambi sono in cerca di una rabbiosa quanto meditata vendetta.
La
vendetta non è altro che la prima istanza di giustizia, il primo conato
volitivo di riparazione del torto subito cui poi la giustizia fornisce forma,
regole e razionalità.
Questo
film è sulla lucidità e pazienza della vendetta che, come vedrete alla fine
della proiezione, mantiene il suo senso di giustizia.
Fabrizio
Giulimondi
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