giovedì 13 aprile 2017

"L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA” DI AKI KAURISMÄKI


"L’altro volto della speranza” di Aki Kaurismäki  è un film ben costruito ma mal recitato, specie nella impacciata gestualità degli attori durante le scene di aggressioni. La pellicola fa ben comprendere allo spettatore che in tema di immigrazione “tutto il mondo è paese” e anche la civile, accogliente e tollerante Finlandia ha problemi relazionali con gli immigrati, vittime, come il protagonista siriano, di terribili guerre. Molto bella la frase pronunziata dal protagonista Khaled: “Non so se la bomba che ha cancellato la mia casa fosse russa, americana, dei ribelli, di Assad o dell’Isis, so solo che la mia famiglia che pranzava sotto quel tetto ora non c’è più”.
Nonostante il tono algido proprio del cinema scandinavo, il finnico co-protagonista, il ristoratore Wikström, manifesta un tocco di simpatica, ironica e umana comprensione e affettuosa amicizia nei confronti del cameriere siriano e degli altri suoi inservienti, tutti un po’ surreali e fuori le righe.

Fabrizio Giulimondi 


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