L’immigrata è Fadila ed è la coprotagonista della storia insieme ad Edith, appartenente alla medio - alta borghesia francese.
Edith ha assunto come donna
tuttofare Fadila,
su richiesta di Aicha, una dei cinque figli di
quest’ultima.
Edith,
intenerita da
questa donna grande
lavoratrice, la cui ignoranza della lingua la rende sola, per nulla
integrata con il mondo esterno (Radila, secondo i seguaci della
ideologia del “politicamente corretto”, non è analfabeta, ma
non scolarizzata,
come nota in maniera ironica l’Autrice nel riportare un dialogo fra
Edith e una “operatrice del sociale”), abbandonata dai figli, che si
limitano a sfruttarla per ottenere da lei denaro e aiuto, decide di
impartirle lezioni base di francese.
Si crea un
legame amicale fra le due signore, la cui la comunicazione avviene
in un primo tempo tramite l’insegnamento di fonemi,
grafemi, lettere dell’alfabeto, sillabe, dittonghi e parole
essenziali, come il
nome e il cognome
della discente e i numeri di cellulare dei suoi figli e delle sue
figlie; successivamente con il triste – e frastagliato – racconto
della vita di Radila,
piena di violenza,
schiavitù, solitudine e priva del calore di un sentimento
sincero.
La narrazione
si svolge fra il 2005 e il 2007.
La
Cossè
non indica mai date ma solo riferimenti di attualità, metodologia
espressiva di
particolare interesse: il contenimento particolarmente
duro degli
immigrati nord africani da parte della polizia
spagnolo-marocchina nella enclave della Spagna in
Marocco (2005); la morte dell’Abbé Pierre, il discusso sacerdote
cattolico fondatore della Compagnia di Emmaus (22 gennaio 2007);
la rivolta nelle balieu parigine
(ottobre-novembre 2005); la elezione di Nicolas Sarkozy
(che vinse contro Segolene Royal) a Presidente della Repubblica
Francese (16 maggio 2007).
Il finale è
inaspettatamente tragico.
Fabrizio
Giulimondi
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