PARLIAMO
DI UN GRANDE TEMA del NOSTRO TEMPO
DENSO
di IMPLICAZIONI SOCIALI e RISVOLTI GIURIDICI
Il CYBERBULLISMO descrive in termini
moderni atti di oppressione, psicologica e/o fisica, ripetuta e continuata nel
tempo, perpetuata da una persona, che si ritiene più forte e potente, nei
confronti di un’altra, percepita come più debole, realizzati tramite strumenti
informatici e telematici. Alla
base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c'è un abuso di potere e un desiderio di
intimidire e dominare.
Si osserva che vittime del
bullismo sono
spesso adolescenti su cui gravano
stereotipi e pregiudizi discriminatori ancora largamente presenti nella
nostra società. Non a caso molti dei fenomeni di devianza giovanile che
sfociano in azioni di bullismo scaturiscono dalla disinformazione e dai
pregiudizi nei confronti dei ragazzi con
disabilità. Solitamente la vittima si sente isolata, ha paura di denunciare
e raccontare gli episodi subiti perché teme rappresaglie e vendette, e
manifesta il proprio disagio con sintomi fisici e psicologici. A lungo andare mostra un calo di autostima,
sintomi di insicurezza patologica, ha problemi di relazione e manifesta
disturbi di ansia e depressione. Nei casi più gravi può anche arrivare a
comportamenti autolesionisti fino anche al tentativo di suicidio. Vale la pena
ricordare che il suicidio è la seconda causa di morte fra i giovanissimi, dopo
gli incidenti stradali.
·
Il
fenomeno si è spostato dal piano delle relazioni reali a quelle virtuali: l'utilizzo della rete
e dei social network per intimorire,
molestare, aggredire con sms, whats-app (c.d. sexting), e-mail,
messaggi in chat, o con la diffusione
di immagini e video minacciosi, offensivi o non rispettosi della riservatezza
della vittima a sfondo sessuale).
L'assenza di dimensione
spazio-temporale tipica dell'ambiente internet consente al bullo di insinuarsi
nella vita della sua vittima senza soluzione di continuità, a
qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualunque luogo si trovi.
·
Per una efficace prevenzione dei
fenomeni di cyberbullismo
servono, infatti, azioni mirate della scuola e del
modo sportivo rivolte agli studenti e alle loro famiglie. Il
rapporto fra scuola, sport e famiglia può essere determinante per contrastare i
pregiudizi che alimentano il bullismo sia nella sua versione “reale” che in
quella “virtuale”, promuovendo un atteggiamento mentale che educhi al senso di
Comunità.
·
Il ruolo della scuola è privilegiato
nella legge 29 maggio 2017, n. 71.
La Polizia Postale registra un trend in ascesa dei reati che riguardano
l'uso del web e sono numerosi i
ragazzi autori inconsapevoli di reato. Secondo stime generali effettuate dalla
Polizia i casi reali di cyberbullismo potrebbero essere 5-6
volte superiori rispetto a quelli denunciati.
Ad ogni modo si registra un aumento delle denunce probabilmente dovuto
ad una maggiore consapevolezza della problematica da parte dei minori e dei
genitori. Negli ultimi anni l'impegno e
la sensibilizzazione sul tema del bullismo e cyberbullismo hanno svolto un ruolo
primario nella presa di coscienza del mezzo.
Dai dati emerge una certa difficoltà
per le vittime a parlare degli atti di bullismo subiti: 1 su 3 non ne parla con
nessuno. Il motivo è soprattutto la vergogna (30 per cento) seguito
dall'esigenza provata di farsi giustizia da soli (24 per cento), anche se sono
soprattutto i maschi ad ammettere di essersi “vendicati” nei confronti del
bullo.
·
La
necessità di uno specifico provvedimento legislativo in materia di cyberbullismo
emerge dalla constatazione del sensibile incremento che questo fenomeno sta avendo
negli ultimi anni, fino ad assumere la dimensione di un rilevante problema
sociale, come dimostrano anche recenti tragici fatti di cronaca. L'uso
dei dispositivi telematici e dell'accesso ad internet da parte dei giovanissimi
ha ingigantito il problema ed i suoi effetti: la rete e, in
particolare, i social media divengono oggi l'ambiente in cui più
frequentemente si verificano i comportamenti di molestia e di aggressione di
stampo “bullistico”.
A questo proposito è opportuno fare un
chiarimento: la mancanza di specifiche
disposizioni sanzionatorie in materia di bullismo non comporta
l'impossibilità di punire condotte ad esso riconducibili.
Ad oggi,
dunque, il cyberbullismo non ha una sua configurazione autonoma in campo
penale, ma è ben possibile che il comportamento
del bullo integri uno dei reati previsti dal nostro ordinamento (ad
esempio, stalking, diffamazione,
furto di identità, diffusione di materiale pedo pornografico, violazione della privacy). In giurisprudenza, il bullismo/cyberbullismo è stato anche considerato
come circostanza aggravante di altro
reato utilizzando la circostanza aggravate dai futili motivi.
La legge 71/2017 mette mano finalmente
al ginepraio di fenomeni antichi quanto attuali, aggravati dall’avvento di
internet: maggiore diffusività, aggressività e “incancellabilità” di foto e
video immessi in rete (damnatio memoriae).
IN SINTESI la legge
71/2017:
1.
è rivolto soltanto
ai minori sia come vittime sia come responsabili;
2.
è polarizzato su azioni
a carattere preventivo non isolatamente considerate ma nel quadro di
strategie di
attenzione, tutela ed educazione che MOBILITANO IN MASSA LE ISTITUZIONI, LA SOCIETA’
CIVILE, SCUOLA, FAMIGLIE, vittime e autori delle condotte.
3. si svolge in una chiara cornice attuativa che è - testualmente - data dall’ambito delle istituzioni scolastiche.
4. verte esclusivamente sulla prevenzione
del cyberbullismo comprensivo di tutte le condotte
(aggressive, diffamatorie, furto di identità, trattamento illecito di dati
personali) in danno di minori e, in base a quanto si è detto, realizzate per
via telematica. Si recupera
la condotta della diffusione di contenuti on line con lo scopo
intenzionale di isolare, abusare o vittimizzare un minore o un
gruppo di minori.
5. La procedura di inoltro dell’istanza di
oscuramento/blocco/rimozione al titolare del trattamento o al
gestore del sito internet o del social media è attivabile anche dal minore ultra14enne o
dal genitore esercente la potestà sulla vittima; se entro 48 ore il
soggetto adito non vi abbia provveduto è previsto il ricorso al Garante
per la protezione dei dati personali che entro 48 ore interviene con i
poteri previsti dal codice della privacy.
6. Resta la
novità assoluta - che esprime il paradigma operativo dell’azione
preventiva-educativa - dell’istituzione di un TAVOLO TECNICO
INTERMINISTERIALE coordinato dal MIUR con la partecipazione
degli altri Ministeri coinvolti in questa azione sinergica di tutte le
Istituzioni, dei Garanti (infanzia, AGCOM, dati personali) e con il massimo
coinvolgimento della società civile (associazioni con esperienza nel
settore e nella promozione dei diritti dei minori; associazioni studentesche e
dei genitori; rappresentanti degli operatori dei social e della rete internet).
Tale ultimo aspetto connota la normativa in esame in termini di
inclusività per consentire a chi vi è coinvolto di riacquisire il rapporto
perduto con il territorio, con la rete e con tutti i propri interlocutori
quotidiani.
Torna centrale il tema dell'INCLUSIONE come denominatore
comune di una serie di recenti interventi approvati da Governo e
Parlamento (ad esempio: riforma del terzo settore, reddito di inclusione e
disciplina dell'accoglienza e protezione internazionale)
Come opera il tavolo:
-
redigendo un piano d’azione integrato che utilizzerà anche la
polizia postale per il controllo dei contenuti riguardanti i minori;
-
adottando un codice di co-regolamentazione (e qui emerge
bene la novità della gestione partecipata del fenomeno) per la
prevenzione e il contrasto del cyberbullismo
al quale devono attenersi agli operatori della rete internet e del social networking;
-
inserendo nel piano d’azione le iniziative di informazione coinvolgendo i
servizi territoriali in sinergia con le scuole;
Si prevede la periodica
attuazione di campagne di sensibilizzazione ad opera della
Presidenza del Consiglio in collaborazione con il MIUR, avvalendosi dei
principali media e degli organi di stampa
Infine un’AZIONE SINERGICA IMPORTANTE coinvolge il Dipartimento di
Giustizia minorile e di Comunità sentito il quale il MIUR adotterà linee di
orientamento per la prevenzione e per il contrasto del cyberbullismo nelle scuole che,
già a partire dal triennio 2017-2019, promuoveranno la formazione specifica del
personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti stessi e
misure di sostegno per la rieducazione degli studenti coinvolti.
ANCORA, SULLA CENTRALITA’ del
TEMA FORMATIVO-INFORMATIVO-RIPARATIVO meritano un cenno le seguenti
novità:
- 1. Un docente viene individuato come referente per ciascuna
scuola per coordinare le iniziative educative nei confronti delle
famiglie mentre il dirigente, salvo che la condotta costituisca reato, informa
chi esercita la responsabilità genitoriale per adeguate e tempestive azioni
educative;
- 2. Previsti finanziamenti di progetti elaborati da
scuole in rete, servizi
minorili, uffici territoriali del Governo e forze di polizia per
promuovere azioni integrate nell’ambito della formazione e sensibilizzazione;
- 3. Previsti progetti personalizzati dei servizi
territoriali per sostenere le vittime e rieducare gli artefici delle
condotte di cyberbullismo.
7)
CANCELLAZIONE REATO già
introdotto in II lettura alla Camera. CON ABBANDONO DEL REATO TIPICO restano applicabili agli atti di cyberbullismo le fattispecie classiche
del codice penale:
- stalking aggravato dall’uso dei mezzi informatici e
telematici;
- singoli reati che possono essere integrati dalle singole
condotte previste dalla legge (ingiuria, diffamazione,
lesioni, estorsione)
- fino a quando non è presentata denuncia è applicabile la
procedura di ammonimento con convocazione del minore e un genitore da parte del
questore.
Il cyberbullismo,
quindi, rappresenta una piaga da combattere e da estirpare, prestando
particolare attenzione agli ambienti
ove maggiormente rischia di albergare, manifestarsi ed avere origine, come la scuola e lo sport.
A tale proposito le campagne di
informazione e di prevenzione sono indispensabili strumenti di
contrasto a questa fenomenologia social-criminale.
La scuola
è sempre più primario punto di riferimento per la famiglia e per la
società, centro educativo ove gli
interventi debbono travalicare gli ambiti disciplinari canonici per assumere
carattere etico e sociale. Di grande importanza risultano essere le campagne avviate di informazione su
legalità, importanza dello sport,
alimentazione sana.
Attualmente infatti, emerge una preoccupante situazione di disagio dei giovani
inseriti nella complessità di un mondo
globalizzato, senza confini, destatualizzato, immerso nel mondo senza
territorio né regole del web, spesso
in balia di se stessi, che li rende sempre più fragili e disorientati, aventi
difficoltà comunicative con adulti e coetanei.
Aumenta nei giovani la ricerca di stimoli forti, senza la consapevolezza
delle possibili e spesso tragiche conseguenze che possono derivarne: la diffusione
di episodi sempre piuù gravi di bullismo,
di forme di dipendenza come la droga,
l’alcolismo, il tabagismo e il doping.
Si
rilevano preoccupanti percentuali di abbandono scolastico ed una precoce rinuncia all’attività sportiva. E’ importante sottolineare
come le esperienze ludico-motorie siano significativamente diminuite fra i ragazzi
causando squilibri nello sviluppo delle capacità motorie e – in questo gli
antichi romani ci sono saggi ammonitori -, pertanto, nelle abilità
intellettive.
E’ crescente la preoccupazione per l’adozione
di non corretti stili di vita sempre più sedentari, determinanti i una cattiva
alimentazione e l’incremento di obesità e malattie ad essa collegate.
E’ ormai unanimemente riconosciuto che
lo sport è uno degli strumenti maggiormente efficaci per aiutare i giovani a
crescere psicologicamente, emotivamente, socialmente, oltre che a livello
fisico. Lo sport è il pandant alla sedentarietà imposta dall’abuso di mezzi elettronici e
telematici. Lo sport è il contraltare all’isolamento ed alla solitudine
fatalmente conseguenziali all’epoca di internet e del computer. Lo sport è
socialità, dialogo con se stessi e con gli altri, uso dell’idioma del corpo e
della parola, accettazione dei propri limiti, gioia delle proprie vittorie
senza dileggiare l’avversario, partecipazione ai successi altrui, per poi
volerne prendere il posto un domani. Lo sport è raggiungere il traguardo con la
disciplina, l’onore e la fatica. Lo sport richiede alla persona di mettersi in
gioco in modo totale, dovendo trovarsi gli strumenti idonei e predisporre le
strategie adatte per affrontare al meglio e superare le proprie difficoltà: il
coinvolgimento degli altri è, pertanto, implicazione necessaria. Lo sport è il
mezzo principale per una efficacia lotta al bullismo anche nella sua più
devastante forma: quella on line.
Lo sport
scolastico è il primo passo che ragazzino deve intraprendere e allo sport
scolastico, sin dalle elementari, è affidato il compito di sviluppare una nuova cultura sportiva e contribuire, così,
ad aumentare il senso civico degli studenti, oltre che migliorarne le
capacità aggregative, di integrazione e di socializzazione. Lo sport è basato su un radicato senso
educativo e civico: tutti i partecipanti, con i loro diversi ruoli, debbono
rispettare le regole che essi stessi hanno accettato e condiviso. La scuola deve farsi interprete di un
nuovo progetto di sport scolastico che favorisca l’inclusione anche delle fasce più deboli e disagiate presenti fra i
giovani.
·
La famiglia ricopre un ruolo di primaria
importanza perché determina l'approccio con il quale il fanciullo si
affaccia sul mondo. È necessario dare esempi positivi e non estremizzare la
competizione, anche nello sport. E’ triste vedere nei campetti di calcio
genitori che incitano alla violenza i propri figli pur di ottenere il fatidico
goal!
Importante è la promozione della
cultura digitale all’interno delle scuole e delle famiglie: risulta
indispensabile lo sviluppo di programmi di informazione diretta di adolescenti
e bambini
Il
contrasto a tale fenomeno, deve essere realizzato, come è evidente, su un piano
preventivo e repressivo, penale ed educativo.
·
Dati statistici: Una
ricerca condotta dall'ISTAT su
"Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i
giovanissimi" analizza dati riferiti al 2014. Evidenzia in via preliminare
- con riferimento al fenomeno generale del bullismo, non necessariamente in
ambiente informatico - come circa il 50% dei ragazzi compresi
nella fascia di età tra 11 e 17 anni abbia subito un "episodio offensivo,
non rispettoso e/o violento" nel corso 2014. Il 19,8% subisce atti di bullismo più volte al mese. Di questi, il 9,1% dei ragazzi subisce
tali atti settimanalmente. Nel 2014, in Italia, il 52,7% di ragazzi
appartenenti alla fascia di età compresa tra 11 e 17 anni sono stati
interessati da episodi di bullismo, più o meno frequenti. Considerando che la
popolazione residente della stessa fascia di età è pari a circa 4 milioni, quasi 2,2 milioni di ragazzi, su tutto il territorio nazionale,
sarebbero stati interessati da tali episodi.
·
Tra i ragazzi utilizzatori di cellulare
e/o Internet, il 5,9% denuncia di avere subìto ripetutamente
azioni vessatorie tramite sms, e-mail,
chat o sui social network. Le ragazze sono più di frequente vittime di cyberbullismo (7,1% contro
il 4,6% dei ragazzi). Tali percentuali sono da riferirsi non al complesso
dei ragazzi compresi nella fascia di età 11-17 anni ma all'insieme dei giovani
utenti che accedono ad internet tramite pc, cellulari, tablet et similia (si tratta del 90% circa dei giovani nella fascia
di età considerata).
·
Si
registra un maggior rischio tra i più giovani: secondo il report ISTAT, circa
il 7% degli 11-13enni dichiara di essere stato vittima una o più volte al mese
di prepotenze tramite cellulare o Internet, mentre la quota scende al 5,2% se
la vittima ha un’età compresa tra 14 e 17 anni.
·
Secondo alcuni dati ISTAT rielaborati dal CENSIS (50° Rapporto sulla situazione
sociale del Paese, dicembre 2016), le
vittime di episodi offensivi tramite internet o cellulare sono:
-
Femmine 24,9%, maschi 19,6%;Per area geografica: Nord 23,4%, Centro
20,8%, Sud 21,7%.
NB: Le
percentuali relative ai fenomeni di cyberbullismo
sono calcolate non sull'insieme dei ragazzi compresi nella fascia di età
considerata ma sull'insieme dei ragazzi di quella fascia di età che fanno uso
di pc, cellulare, tablet, etc.
Secondo un'indagine
presentata commissionata a Skuola.net e all'Università
degli studi di Firenze e presentata nel febbraio 2016, il 17% dei
nati tra il 1996 e il 2010 dichiarano di connettersi ad Internet tra le 5 e le
10 ore al giorno; la stessa percentuale di ragazzi (17%) si
dichiara di essere "sempre connessa".
·
Sul tema del bullismo e del cyberbullismo ulteriori dati sono stati
forniti dal Censis in occasione della pubblicazione
del 50° Rapporto sulla situazione sociale del Paese (dicembre 2016):
il 52,7% dei ragazzi compresi nella fascia di età tra 11 e 17 anni, nel corso
del 2016, ha subito "comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da
parte dei coetanei". Il
Censis, inoltre, riporta che il 75,8% dei dirigenti scolastici interpellati
(pari a 1.800) si è trovato a
gestire più casi di bullismo, il
52,8% di cyberbullismo. Inoltre,
il 51,8% dei dirigenti ha
organizzato incontri sulle insidie di
internet con i genitori, avvalendosi prevalentemente del supporto delle
Forze dell'ordine (69,4%) e di psicologi o operatori delle Asl (49,9%).
DIPARTIMENTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE, BULLISMO E
CYBERBULLISMO
Lo scorso 9 marzo 2016 è partito,
dall’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo, il primo progetto
educativo sperimentale promosso da Save
the Children, avente come focus
la “violenza tra pari”, sostenuto finanziariamente dalla Commissione europea, Directorate-General
for Justice and Consumers, si iscrive nell’ottica di riduzione dell’incidenza e
dell’impatto del fenomeno del bullismo nelle strutture penali per i minorenni e
sui rischi ed i pericoli della rete.
Il progetto, della durata di 24 mesi, mira
a sviluppare buone prassi per contrastare il fenomeno del bullismo negli Istituti
penali per i minorenni, attraverso lo sviluppo e l’implementazione di un
“modello anti-bullismo”.
Si divide in:
I fase: valutare la percezione del
fenomeno del bullismo all’interno delle strutture coinvolte nel progetto, sia
da parte degli staff che dei ragazzi;
II fase: sviluppare, sulla base dei
dati ottenuti, strumenti di autovalutazione per stimare la capacità di
prevenire e intervenire nei casi di bullismo;
II fase: testare gli strumenti
sviluppati in precedenza per garantire che questi siano funzionali ad
accrescere l’autovalutazione e migliorare la sensibilizzazione dei minori ed
operatori sui meccanismi del bullismo.
La campagna, denominata “Una vita da
social”, e prevista da un Accordo di collaborazione tra il Dipartimento per la
giustizia minorile e di comunità e il Dipartimento di pubblica sicurezza
siglato nel dicembre 2015, si pone l’obiettivo di promuovere la cultura della
legalità nelle comunità penali minorili, allo scopo di favorire la convivenza
civile e il rispetto delle regole.
L’iniziativa sarà curata dalla Polizia
postale e delle comunicazioni e diretta ai minori del circuito penale, interno
ed esterno, agli operatori dei servizi minorili della giustizia, agli adulti ed
agli operatori degli uffici per l’esecuzione penale esterna. Riguarderà i temi
della sicurezza online, dell’uso
corretto dei social network, del
dilagante fenomeno del cyberbullismo
e di tutti i pericoli derivanti dalla navigazione in rete, ma anche delle molte
opportunità che questa offre. Durante gli incontri verranno riprodotti i
comportamenti di prevaricazione e violenza operati sulla rete, sia per indurre
una riflessione sulla dramma di chi li subisce, sia per incoraggiare alla
denuncia del sopruso chi ne fosse vittima.
Il progetto educativo ha scelto come
sedi privilegiate di sperimentazione 16 Istituti Penitenziari Minorili (IPM) e
in 11 Centri per la Giustizia Minorile (CGM) sul territorio nazionale e
coinvolgerà diverse migliaia di minori e giovani adulti, in stato di detenzione
e in affidamento ai servizi sociali, insieme ad educatori, Polizia
penitenziaria ed eventuali familiari.
Fabrizio Giulimondi
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