giovedì 5 ottobre 2017

FABRIZIO GIULIMONDI: "ECONOMIA E SVILUPPO: CRONACA DI UN PAESE BLOCCATO"


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·        Si sente oggi in Italia la necessità di poter contare su una giustizia civile, penale e fallimentare degna del grande Paese qual esso è, per supportare al meglio la crescita generale dell’economia, specie in un sistema oramai osmotico con il resto del mondo
Le Istituzioni che amministrano la giustizia svolgono, infatti, una funzione rilevante per un corretto funzionamento di un’economia di mercato, oltre che per il progresso civile di una Nazione. Tuttavia in Italia la durata dei processi fa talora vacillare il principio della certezza del diritto. Si può creare un circolo vizioso che parte dalle Istituzioni giudiziarie, passa attraverso il sistema economico influenzando negativamente l’atteggiamento dei cittadini e delle imprese verso la giustizia, che ne viene pregiudicata come terminale finale.

  • ·        Conseguenze economiche dei lunghi processi

I lunghi processi hanno rilevanti effetti negativi sulla performance economica dello Stato in quanto la giustizia, così come l’istruzione e la sanità, è una delle Istituzioni senza la quale un’economia di mercato non riesce a creare un effettivo benessere per i cittadini.
·        Il mercato chiede accountability al sistema: prevedibilità delle decisioni, tempi e forme.

  • ·        L’offerta di giustizia

L’offerta di giustizia è intesa come capacità del sistema giudiziario di prendere decisioni per risolvere le controversie tra le parti.
 La razionalizzazione della sua geografia grazie ad una più attenta distribuzione degli uffici giudiziari può avvicinare maggiormente il servizio “giustizia” alle esigenze dei suoi fruitori, con una sensibile riduzione dei costi, come si sta verificando in questi mesi con una più corretta ubicazione delle sedi dei giudici di pace, sorta di giudici di prossimità. La stessa istituzione del magistrato onorario di pace si basa su una ristrutturazione più razionale della magistratura onoraria al fine di fornire una più adeguata risposta alle istanze della Comunità, con inevitabili effetti favorevoli sulla economia locale.
·        La sforzo di digitalizzazione del processo con l’introduzione e uso delle tecnologie delle comunicazioni e delle informazioni telematiche rende più celere “nel concreto” lo svolgimento del processo.
Tre i principali benefici derivanti dall’uso degli strumenti informatici si debbono mettere in evidenza:
1.      Gli Uffici giudiziari possono elaborare maggiori quantità di informazioni con costi inferiori gestendo meglio l’interazione interna;
2.      La semplificazione dell’interazione dei tribunali con l’esterno (avvocati e parte in causa) derivanti dalla possibilità di comunicare e depositare gli atti processuali presso gli uffici giudiziari in modo più efficiente;
3.      Una migliore rendicontazione degli uffici giudiziari attraverso una più facile raccolta delle informazioni che riguardano l’attività dei tribunali, velocizzando così i processi.
Giova sottolineare che la tecnologia ha informato un metodo di azione della Amministrazione giudiziaria.
Il sistema datawarehouse, del quale il Ministero è stato tra i primi in Europa a dotarsene, consente la misurazione reale della durata effettiva di tutti i singoli procedimenti trattati negli uffici giudiziari e permette, altresì, di compiere valutazioni di performance in relazione ai risultati ottenuti.
  • ·        Domanda di giustizia

La domanda di giustizia talora si trasforma in Italia in eccesso di litigiosità che comporta un inevitabile aumento del numero dei procedimenti giudiziari civili, oltre che penali. Ad una - direi - “caratteriale” “animosità” italica si deve aggiungere la crisi economica e finanziaria, che ha imperversato in questi anni, creando l’ ”habitat” ideale per un fatale incremento di cause legate all’inadempimento di obblighi negoziali, generalmente di natura pecuniaria, e di quelle fallimentari. Molte sono le procedure inerenti questioni di diritto bancario, industriale, commerciale e del lavoro che necessitano di una celere risposta di qualità, risposta che determinerà un aiuto indiretto al mondo economico, imprenditoriale, commerciale e del lavoro. Non solo: le stesse imprese e i capitali esteri sono maggiormente attratti nell’investire in Italia sapendo di ricevere soluzioni celeri e giuste in sede giudiziaria, in caso di insorgenza di contenziosi coinvolgenti il loro universo.
Per questo la discussione in corso in Parlamento sulla riforma civile è di grandissima importanza e mi auguro abbia, una volta approvata, un impatto favorevole sulla sfera economica, imprenditoriale e commerciale.

  • ·        Semplificazione e deflazione del processo civile

L’efficacia della risposta giurisdizionale dipende anche dalla razionalizzazione dell’accesso alla giustizia e dalla semplificazione delle forme del processo: in questo solco ci si è mossi con convinzione senza che ciò abbia significato compressione del diritto costituzionale alla tutela dei diritti.
In linea con questo nuovo modello si pongono: i principi e criteri della legge delega di riforma del processo civile (AC 2953 approvato dall’Aula della Camera dei deputati il 10 marzo 2016, dal 1 agosto 2017 all’esame della Commissione Giustizia del Senato), tra cui la valorizzazione del canone di leale collaborazione in sede di conciliazione e la deformalizzazione del rito per assicurare la semplicità, la concentrazione e l’effettività della tutela, garantendo la ragionevole durata del processo anche grazie ad un rafforzamento del procedimento sommario di cognizione, che ha già dato buona prova di funzionamento;
·        Le proposte conclusive del gruppo di lavoro ministeriale sulla sinteticita’ e chiarezza degli atti processuali che sono principi generali del diritto processuale e dovranno riguardare tutti gli atti del processo che in questo modo saranno resi compatibili con le nuove tecniche informatiche di archiviazione e ricerca e con lo scopo ultimo di contenimento della durata dei processi;
·        Nella giustizia civile, l’adozione di nuove tecnologie e l’utilizzo più razionale delle risorse tradizionali, costituiscono le best practice rivolte a migliorare l’attività giudiziaria in sé e la funzionalitaà dei servizi accessori come la comunicazione con gli utenti.
·        La particolare attenzione dedicata alla definizione del contenzioso in Corte di Cassazione basata sulla risoluzione semplificata in camera di consiglio per le questioni prive di rilevanza nomofilattica, un modello che la Corte costituzionale ha ritenuto giustificabile per esigenze di speditezza e semplificazione anche in relazione a controversie coinvolgenti diritti soggettivi.
·        A ciò si deve aggiungere il programma di degiurisdizionalizzazione nella composizione dei conflitti che oggi - con la mediazione obbligatoria, la negoziazione assistita e la risoluzione telematica delle controversie transfrontaliere per i consumatori - costituisce un sistema di qualità che ci pone al di sopra della media in Europa.
·        A tale proposito si sono conclusi i lavori della Commissione Alpa che ha sottoposto al Ministro i risultati dello studio. La strada va verso correttivi migliorativi richiedendo il giustificato motivo (come il tribunale di Firenze aveva già ritenuto nelle proprie pronunce) per la mancata comparizione delle parti all’incontro (se le parti procedono dopo il primo incontro l’esito positivo della mediazione è pari al 43,5%) ed estendendo l’arbitrato in materia societaria, ai rapporti di consumo e in materia di appalti pubblici.

 ·        Processo penale
A differenza dell’intervento normativo sul processo civile ancora all’attenzione del Parlamento, quello inerente le regole poste a presidio della procedura penale ha concluso il suo iter con la legge 23 giugno 2017, n. 103 (“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario”). Un disegno riformatore di ampio respiro che per questo ha provocato un ampio dibattito tendente ad un punto di equilibrio tra i tanti valori costituzionali sottesi al rito penale. In particolare si viene incontro alla esigenza di fornire ai magistrati il tempo necessario per accertare la verità processuale nel rispetto delle garanzie di ragionevole durata del processo.
•        L’istituzione di sezioni specializzate sull’esempio di quanto fatto per il tribunale dell’impresa o come si vuole fare per la giustizia tributaria: la formazione su materie specifiche e particolarmente complesse, al pari della materia commerciale, tributaria, bancaria e industriale, può consentire una risposta più rapida e di alta qualità da parte della Autorità giudiziaria al cittadino, con un palese vantaggio per il circuito economico-imprenditoriale italiano.
·        Una maggiore efficienza degli uffici giudiziari passa anche attraverso l’istituzione dell’Ufficio per il processo che oramai è una realtà, avendo il Ministero dato attuazione alla cornice normativa primaria, con un programma di interventi che hanno fornito a Tribunali e Corti di Appello le risorse e gli strumenti per creare quella che è non solo una struttura di assistenza al magistrato, ma anche - e soprattutto - una formula organizzativa per produrre positive sinergie tra le diverse categorie di soggetti coinvolti nel processo (personale di cancelleria, tirocinanti, giudici ausiliari in appello e giudici onorari).
·        I Presidenti dei Tribunali devono diventare dei veri Court Manager in grado di conciliare l’interesse pubblico con l’interesse ai bassi costi, alla produttività ed alla performance dei magistrati.
•        Possiamo dire che in campo economico per deflazionare il contenzioso civile e commerciale si deve puntare molto sugli strumenti di soluzione delle liti alternative ai giudizi, con l’obiettivo di aumentare le conciliazioni stragiudiziali, facendo ricorso alle soluzioni bonarie.
In conclusione, se il sistema giudiziario è efficiente, invece di approfittare dei tempi lunghi dei processi chi ha torto, se ne avvantaggia chi ha ragione.

·        Nel campo delle procedure fallimentari e concorsuali
Le riforme che si sono succedute nel tempo hanno cercato soluzioni che bilanciassero i legittimi interessi creditori con il tentativo di non espungere dal sistema economico, finanziario, imprenditoriale e commerciale quella singola unità aziendale in grave difficoltà organizzativa, gestionale e di liquidità.
Il Legislatore negli ultimi dodici anni ha offerto alle imprese in crisi tre strumenti di riorganizzazione tra loro alternativi: 1) Una rimodulazione del concordato preventivo più adeguata al mutato contesto sociale italiano; 2)  Il piano attestato di risanamento;3)  L’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Le novità più rilevanti sono rappresentati da questi due ultimi percorsi di natura pattizia stragiudiziale:
·     Il Piano attestato di risanamento si configura come il primo passo verso una gestione della crisi societaria rimessa all’autonomia dell’imprenditore, ossia come un atto dell’imprenditore a contenuto negoziale, basato sul raggiungimento dell’intesa tra debitore e creditori e successiva sua approvazione da parte di questi ultimi, con le maggioranze normativamente prescritte. Un professionista ha l’onere di attestare la ragionevolezza e l’idoneità del Piano a  superare   la situazione       di      crisi. Il Piano produce i suoi effetti senza alcuna     autorizzazione da parte della Autorità   giudiziaria.
·        Il secondo tipo di accordo stragiudiziale si concreta in quello di ristrutturazione dei    debiti, caratterizzato da due fasi:
una stragiudiziale, nella quale l’imprenditore in crisi rinegozia con i propri creditori la situazione debitoria; e una giudiziale, al termine della quale l’effettiva produzione degli effetti legali dell’accordo deriva dalla “validazione” compiuta dal Tribunale.
E’ estremamente importante mettere in luce che è principalmente dall’aiuto dell’impresa in crisi che dipende parte dell’import-export italiano. L’iniziativa economica privata, tutelata dalla nostra Carta costituzionale, ha un valore sociale e deve essere supportata proprio nel momento in cui versi in stato di difficoltà.

·        Riforma organica della disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza) (AC 3671, cd. d.d.l. Rordorf, all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei deputati dal 20 aprile 2016):

·        Semplificazione: è il leitmotiv della novella, che nasce proprio dalla necessità di mettere ordine nell’attuale complessità normativa. E’ realizzata, tra le varie misure, anche mediante la tendenziale digitalizzazione delle procedure, con la previsione di modalità di consultazione telematica del ceto creditorio, dell’obbligo, in determinati casi, di inviare comunicazioni via pec, e della proposizione telematica delle domande;
·        Armonizzazione: l’obiettivo è adottare un unico modello processuale per l’accertamento dello stato di crisi o di insolvenza. Si intende, infatti, assoggettare a tale procedimento di accertamento qualsiasi categoria di debitore, sia esso persona fisica o giuridica, individuo o società, imprenditore commerciale o agricolo, artigiano, e addirittura professionista o consumatore. Il tutto, però, tenendo conto delle peculiarità e soprattutto delle dimensioni di ciascuna categoria;
·        Continuità aziendale: si dà assoluta priorità alle proposte finalizzate al superamento della crisi che siano in grado di assicurare la prosecuzione dell’attività d’impresa, relegando la liquidazione ad extrema ratio. Nella stessa ottica, si prevede la possibilità di accedere al concordato preventivo nella sola ipotesi di “concordato in continuità”, non ammettendosi più quello meramente liquidatorio;
·        Riduzione dei costi: si vuole evitare che il pagamento delle spese della procedura, dei compensi dei professionisti e dei crediti prededucibili in genere assorba quasi totalmente l’attivo;
·        Celerità: le procedure sono più snelle ed informali, in modo da poter tempestivamente porre un freno alle situazioni di crisi.
·        Soluzione anticipata e negoziata della crisi: viene posto l’accento sulla necessità di individuare il sorgere di uno stato di crisi il prima possibile, in modo da poter tempestivamente attivare procedure di allerta che impediscano di giungere alla conclamata insolvenza e, più in generale, l’innescarsi di situazioni critiche gravi ed irreversibili. Le procedure sono sempre più caratterizzate dall’informalità (si prevede la possibilità di dialogare con gli organi giudiziari con modalità più dirette ed immediate) e si svolgono all’insegna della negoziazione.

  •  Conclusioni

Si deve pervicacemente operare per rimettere l’Italia nelle condizioni di creare crescita economica, nuova occupazione e riportare un clima di fiducia nelle nostre Istituzioni e nel nostro sistema sia sul piano nazionale che su quello internazionale.
Efficienza, semplificazione, investimento e minore burocrazia: solo tale combinato disposto di questi fattori può condurre ad una rinnovata crescita economica, anche come viatico di supporto all’azione economica dei soggetti imprenditoriali.
Sappiamo bene che non bastano solo misure economiche per far ripartire gli investimenti, ma anche riforme strutturali che abbraccino settori diversi dall'economia, quali la giustizia, l'istruzione, la sanità e l'ambiente.
E’ un tracciato non semplice da seguire ma che siamo obbligati ad intraprendere

Fabrizio Giulimondi




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