·
Si sente oggi in Italia la necessità di poter
contare su una giustizia civile, penale e fallimentare degna del grande Paese
qual esso è, per supportare al meglio la crescita generale dell’economia,
specie in un sistema oramai osmotico con il resto del mondo
Le Istituzioni
che amministrano la giustizia svolgono, infatti, una funzione rilevante per un
corretto funzionamento di un’economia di mercato, oltre che per il progresso
civile di una Nazione. Tuttavia in Italia la durata dei processi fa talora
vacillare il principio della certezza del diritto. Si può creare un circolo
vizioso che parte dalle Istituzioni giudiziarie, passa attraverso il sistema
economico influenzando negativamente l’atteggiamento dei cittadini e delle
imprese verso la giustizia, che ne viene pregiudicata come terminale finale.
- · Conseguenze economiche dei lunghi processi
I
lunghi processi hanno rilevanti effetti negativi sulla performance economica dello Stato in quanto la giustizia, così
come l’istruzione e la sanità, è una delle Istituzioni senza la quale
un’economia di mercato non riesce a creare un effettivo benessere per i
cittadini.
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Il mercato chiede accountability al sistema: prevedibilità delle decisioni, tempi e forme.
- · L’offerta di giustizia
L’offerta
di giustizia è intesa come capacità del sistema giudiziario di prendere
decisioni per risolvere le controversie tra le parti.
La razionalizzazione
della sua geografia grazie ad una più attenta distribuzione degli uffici
giudiziari può avvicinare maggiormente il servizio “giustizia” alle esigenze
dei suoi fruitori, con una sensibile riduzione dei costi, come si sta verificando
in questi mesi con una più corretta ubicazione delle sedi dei giudici di pace,
sorta di giudici di prossimità. La stessa istituzione del magistrato onorario
di pace si basa su una ristrutturazione più razionale della magistratura
onoraria al fine di fornire una più adeguata risposta alle istanze della
Comunità, con inevitabili effetti favorevoli sulla economia locale.
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La sforzo di digitalizzazione del processo con
l’introduzione e uso delle tecnologie delle comunicazioni e delle informazioni
telematiche rende più celere “nel concreto” lo svolgimento del processo.
Tre i principali
benefici derivanti dall’uso degli strumenti informatici si debbono mettere in
evidenza:
1. Gli Uffici giudiziari possono elaborare maggiori
quantità di informazioni con costi inferiori gestendo meglio l’interazione
interna;
2. La semplificazione dell’interazione dei
tribunali con l’esterno (avvocati e parte in causa) derivanti dalla possibilità
di comunicare e depositare gli atti processuali presso gli uffici giudiziari in
modo più efficiente;
3. Una migliore rendicontazione degli uffici
giudiziari attraverso una più facile raccolta delle informazioni che
riguardano l’attività dei tribunali, velocizzando così i processi.
Giova sottolineare
che la tecnologia ha informato un metodo di azione della Amministrazione
giudiziaria.
Il
sistema datawarehouse,
del quale il Ministero è stato tra i primi in Europa a dotarsene, consente la misurazione
reale della durata effettiva di tutti i singoli procedimenti trattati negli
uffici giudiziari e permette, altresì, di compiere valutazioni di performance
in relazione ai risultati ottenuti.
- · Domanda di giustizia
La domanda
di giustizia talora si trasforma in Italia in eccesso di litigiosità che
comporta un inevitabile aumento del numero dei procedimenti giudiziari civili,
oltre che penali. Ad una - direi - “caratteriale” “animosità” italica si deve aggiungere
la crisi economica e finanziaria, che ha imperversato in questi anni, creando
l’ ”habitat” ideale per un fatale incremento di cause legate all’inadempimento
di obblighi negoziali, generalmente di natura pecuniaria, e di quelle
fallimentari. Molte sono le procedure inerenti questioni di diritto bancario,
industriale, commerciale e del lavoro che necessitano di una celere risposta di
qualità, risposta che determinerà un aiuto indiretto al mondo economico,
imprenditoriale, commerciale e del lavoro. Non solo: le stesse imprese e i
capitali esteri sono maggiormente attratti nell’investire in Italia sapendo di
ricevere soluzioni celeri e giuste in sede giudiziaria, in caso di insorgenza
di contenziosi coinvolgenti il loro universo.
Per
questo la discussione in corso in Parlamento sulla riforma civile è di
grandissima importanza e mi auguro abbia, una volta approvata, un impatto favorevole
sulla sfera economica, imprenditoriale e commerciale.
- · Semplificazione e deflazione del processo civile
L’efficacia della
risposta giurisdizionale dipende anche dalla razionalizzazione dell’accesso
alla giustizia e dalla semplificazione delle forme del processo: in
questo solco ci si è mossi con convinzione senza che ciò abbia significato
compressione del diritto costituzionale alla tutela dei diritti.
In linea con questo
nuovo modello si pongono: i principi e criteri della legge delega di riforma del processo civile (AC
2953 approvato dall’Aula della Camera dei deputati il 10 marzo 2016, dal 1
agosto 2017 all’esame della Commissione Giustizia del Senato), tra cui la
valorizzazione del canone di leale
collaborazione in sede di conciliazione e la deformalizzazione del rito per assicurare la semplicità, la
concentrazione e l’effettività della tutela, garantendo la ragionevole durata
del processo anche grazie ad un rafforzamento del procedimento sommario di cognizione, che ha già dato buona prova di funzionamento;
·
Le proposte conclusive del gruppo di lavoro ministeriale sulla sinteticita’
e chiarezza degli atti processuali che sono principi generali del
diritto processuale e dovranno riguardare tutti gli atti del processo che in
questo modo saranno resi compatibili con le nuove tecniche informatiche di
archiviazione e ricerca e con lo scopo ultimo di contenimento della durata dei
processi;
·
Nella giustizia civile, l’adozione di nuove
tecnologie e l’utilizzo più razionale delle risorse tradizionali,
costituiscono le best practice rivolte
a migliorare l’attività giudiziaria in sé e la funzionalitaà dei servizi
accessori come la comunicazione con gli utenti.
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La particolare attenzione dedicata alla definizione del contenzioso in Corte di
Cassazione basata sulla risoluzione semplificata in camera di consiglio
per le questioni prive di rilevanza nomofilattica, un modello che la Corte
costituzionale ha ritenuto giustificabile per esigenze di speditezza e
semplificazione anche in relazione a controversie coinvolgenti diritti
soggettivi.
·
A ciò si deve aggiungere il programma di degiurisdizionalizzazione nella composizione
dei conflitti che oggi - con la mediazione obbligatoria, la negoziazione
assistita e la risoluzione telematica delle controversie transfrontaliere per i
consumatori - costituisce un sistema di
qualità che ci pone al di sopra della media in Europa.
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A tale proposito si sono conclusi i lavori
della Commissione Alpa che ha
sottoposto al Ministro i risultati dello studio. La strada va verso correttivi migliorativi richiedendo il
giustificato motivo (come il tribunale di Firenze aveva già ritenuto
nelle proprie pronunce) per la mancata comparizione delle parti
all’incontro (se le parti procedono dopo il primo incontro l’esito positivo
della mediazione è pari al 43,5%) ed estendendo
l’arbitrato in materia societaria, ai rapporti di consumo e in materia
di appalti pubblici.
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Processo penale
A differenza dell’intervento
normativo sul processo civile ancora all’attenzione del Parlamento, quello
inerente le regole poste a presidio della procedura penale ha concluso il suo iter con la legge 23 giugno 2017, n. 103
(“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento
penitenziario”). Un disegno riformatore di ampio respiro che per questo ha
provocato un ampio dibattito tendente ad un punto di equilibrio tra i tanti valori
costituzionali sottesi al rito penale. In particolare si viene incontro alla esigenza
di fornire ai magistrati il tempo necessario per accertare la verità
processuale nel rispetto delle garanzie di ragionevole durata del processo.
• L’istituzione di sezioni specializzate sull’esempio
di quanto fatto per il tribunale dell’impresa o come si vuole fare per la giustizia
tributaria: la formazione su materie specifiche e particolarmente complesse, al
pari della materia commerciale, tributaria, bancaria e industriale, può
consentire una risposta più rapida e di alta qualità da parte della Autorità
giudiziaria al cittadino, con un palese vantaggio per il circuito
economico-imprenditoriale italiano.
·
Una maggiore efficienza degli uffici giudiziari
passa anche attraverso l’istituzione dell’Ufficio per il processo che oramai è una realtà, avendo il
Ministero dato attuazione alla cornice normativa primaria, con un programma di interventi
che hanno fornito a Tribunali e Corti di Appello le risorse e gli strumenti per
creare quella che è non solo una struttura
di assistenza al magistrato, ma anche - e soprattutto - una formula organizzativa per produrre positive sinergie tra le diverse categorie di soggetti coinvolti nel
processo (personale di cancelleria, tirocinanti, giudici ausiliari in
appello e giudici onorari).
·
I Presidenti dei Tribunali devono diventare dei
veri Court Manager in grado di
conciliare l’interesse pubblico con l’interesse ai bassi costi, alla
produttività ed alla performance dei
magistrati.
• Possiamo dire che in campo economico per
deflazionare il contenzioso civile e commerciale si deve puntare molto sugli
strumenti di soluzione delle liti alternative ai giudizi, con l’obiettivo di aumentare
le conciliazioni stragiudiziali, facendo ricorso alle soluzioni bonarie.
In
conclusione, se il sistema giudiziario è efficiente, invece di approfittare
dei tempi lunghi dei processi chi ha torto, se ne avvantaggia chi ha ragione.
·
Nel campo delle procedure fallimentari e
concorsuali
Le riforme che si sono succedute nel tempo hanno cercato soluzioni che bilanciassero
i legittimi interessi creditori con il tentativo di non espungere dal sistema
economico, finanziario, imprenditoriale e commerciale quella singola unità
aziendale in grave difficoltà organizzativa, gestionale e di liquidità.
Il Legislatore negli ultimi dodici
anni ha offerto alle imprese in crisi tre strumenti di riorganizzazione tra
loro alternativi: 1) Una rimodulazione del concordato
preventivo più adeguata al mutato contesto sociale italiano; 2) Il piano attestato di risanamento;3) L’accordo di ristrutturazione dei
debiti.
Le novità più rilevanti sono rappresentati da questi
due ultimi percorsi di natura pattizia stragiudiziale:
· Il Piano attestato di
risanamento si configura come il primo passo verso una gestione della crisi
societaria rimessa all’autonomia dell’imprenditore, ossia come un atto dell’imprenditore
a contenuto negoziale, basato sul raggiungimento dell’intesa tra debitore e
creditori e successiva sua approvazione da parte di questi ultimi, con le
maggioranze normativamente prescritte. Un professionista ha l’onere di
attestare la ragionevolezza e l’idoneità del Piano a superare la situazione di crisi.
Il Piano produce i suoi effetti senza alcuna autorizzazione da parte della Autorità giudiziaria.
·
Il secondo tipo di accordo
stragiudiziale si concreta in quello di ristrutturazione dei debiti, caratterizzato da due fasi:
una stragiudiziale, nella quale l’imprenditore in crisi rinegozia con i propri creditori la situazione debitoria; e una giudiziale, al termine della quale l’effettiva produzione degli effetti legali dell’accordo deriva dalla “validazione” compiuta dal Tribunale.
una stragiudiziale, nella quale l’imprenditore in crisi rinegozia con i propri creditori la situazione debitoria; e una giudiziale, al termine della quale l’effettiva produzione degli effetti legali dell’accordo deriva dalla “validazione” compiuta dal Tribunale.
E’
estremamente importante mettere in luce che è principalmente dall’aiuto
dell’impresa in crisi che dipende parte dell’import-export italiano. L’iniziativa economica privata, tutelata
dalla nostra Carta costituzionale, ha un valore sociale e deve essere
supportata proprio nel momento in cui versi in stato di difficoltà.
·
Riforma organica
della disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Delega al Governo per
la riforma organica delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza) (AC
3671, cd. d.d.l. Rordorf, all’esame della Commissione Giustizia della Camera
dei deputati dal 20 aprile 2016):
·
Semplificazione: è il leitmotiv della
novella, che nasce proprio dalla necessità di mettere ordine nell’attuale
complessità normativa. E’ realizzata, tra le varie misure, anche mediante la
tendenziale digitalizzazione delle procedure, con la previsione di modalità di
consultazione telematica del ceto creditorio, dell’obbligo, in determinati
casi, di inviare comunicazioni via pec,
e della proposizione telematica delle domande;
·
Armonizzazione: l’obiettivo è adottare un unico
modello processuale per l’accertamento dello stato di crisi o di insolvenza. Si
intende, infatti, assoggettare a tale procedimento di accertamento qualsiasi
categoria di debitore, sia esso persona fisica o giuridica, individuo o
società, imprenditore commerciale o agricolo, artigiano, e addirittura
professionista o consumatore. Il tutto, però, tenendo conto delle peculiarità e
soprattutto delle dimensioni di ciascuna categoria;
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Continuità aziendale: si dà assoluta priorità
alle proposte finalizzate al superamento della crisi che siano in grado di
assicurare la prosecuzione dell’attività d’impresa, relegando la liquidazione
ad extrema ratio. Nella stessa ottica, si prevede la possibilità di
accedere al concordato preventivo nella sola ipotesi di “concordato in
continuità”, non ammettendosi più quello meramente liquidatorio;
·
Riduzione dei costi: si vuole evitare che il
pagamento delle spese della procedura, dei compensi dei professionisti e dei
crediti prededucibili in genere assorba quasi totalmente l’attivo;
·
Celerità: le procedure sono più snelle ed
informali, in modo da poter tempestivamente porre un freno alle situazioni di
crisi.
·
Soluzione anticipata e negoziata della crisi:
viene posto l’accento sulla necessità di individuare il sorgere di uno stato di
crisi il prima possibile, in modo da poter tempestivamente attivare procedure
di allerta che impediscano di giungere alla conclamata insolvenza e, più in
generale, l’innescarsi di situazioni critiche gravi ed irreversibili. Le
procedure sono sempre più caratterizzate dall’informalità (si prevede la
possibilità di dialogare con gli organi giudiziari con modalità più dirette ed
immediate) e si svolgono all’insegna della negoziazione.
- Conclusioni
Si
deve pervicacemente operare per rimettere l’Italia nelle condizioni di creare
crescita economica, nuova occupazione e riportare un clima di fiducia nelle
nostre Istituzioni e nel nostro sistema sia sul piano nazionale che su quello
internazionale.
Efficienza, semplificazione,
investimento e minore burocrazia: solo tale combinato disposto di questi
fattori può condurre ad una rinnovata crescita economica,
anche come viatico di supporto all’azione economica dei soggetti
imprenditoriali.
Sappiamo bene che non bastano
solo misure economiche per far ripartire gli investimenti, ma anche riforme
strutturali che abbraccino settori diversi dall'economia, quali la giustizia,
l'istruzione, la sanità e l'ambiente.
E’ un
tracciato non semplice da seguire ma che siamo obbligati ad intraprendere
Fabrizio Giulimondi
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