giovedì 28 aprile 2016

"LE CONFESSIONI" DI ROBERTO ANDO'

Locandina Le confessioni

Da “Le confessioni” di Sant’Agostino a “Le confessioni” di Roberto Andò, film corale, immaginifico, ricco di simbolismi similmente alla estetica cineastica di Paolo Sorrentino, avviluppato nelle varie e algide tonalità di bianco, con una fotografia splendida (Maurizio Calvesi)  e accompagnato dalle sonorità di Nicola Piovani.
Toni Servillo (insieme  ad un cast di notevole caratura fra cui emergono Pierfrancesco Savino e Daniel Auteuil ), con i suoi  silenzi, i  suoi fraseggi fatti di parole spruzzate e lemmi solo lievemente accennati, la  sua recitazione teatrale, giganteggia per tutta la proiezione: il sermone finale, superbo, incantevole  e incantato, composto da una summa di estrapolazioni evangeliche, ricorda la precedente opera del regista, quando in  “Viva la libertà”  il personaggio interpretato da Toni Servillo recita un vibrante  Brecht difronte una folla sterminata a piazza San Giovanni in Roma.
Credo che lo spettatore ben capisca che, seppur la sceneggiatura parli di una riunione economica del G8, quello che Andò mostra al suo pubblico è un incontro stile Bilderberg, dove le figure che spadroneggiano non sono i  politici (meri cavalier serventi), bensì  gli esponenti della grande finanza che tutto decidono e tutto impongono, mentre  gli uomini dello spettacolo sono i  loro veri cantori.
Lo consiglio caldamente.
Fabrizio Giulimondi







mercoledì 27 aprile 2016

"L'AMERICA NON ESISTE" DI ANTONIO MONDA

L’ America non esiste” di Antonio Monda (Oscar Mondadori) è un lavoro letterario denso e intenso, regno delle descrizioni e della elaborazione del lutto.
Tutto è descrizione.
I caratteri, la psicologia e la personalità dei protagonisti del racconto, due fratelli rimasti orfani e transitati da Napoli ad una abitazione newyorkese dopo la scomparsa dei genitori: eternamente comprensiva, dolce e di una religiosità popolana, Maria; cinico, calcolatore e infastidito da ogni forma di sentimento, sentimentalismo e vicinanza alla spiritualità, Nicola.
New York non è di sottofondo alla storia, non ne rappresenta la scenografia ma è la storia stessa, è dentro di essa: New York con la sua maestosità, ipocrisia e crudeltà, old money e fast life, apparire e non essere.
La morte vibra lungo tutta la lettura, è il dietro le quinte e il proscenio della narrazione, il suo fil rouge, la sua vera e impietosa weltanschauung: finché Nicola non interiorizzerà la morte dei genitori non potrà comprendere Maria  e la sua gioia di vivere con gli altri, in qualunque modo essi si manifestino.
E’ descrizione della esplosione delle arti cinematografiche, pittoriche e poetiche del primo dopo guerra.
E’ descrizione di incontri di boxe talmente realistici che il lettore è costretto a scansare portentosi "ganci" che sente arrivare al volto.
Semplice, complesso e articolato nello stesso tempo “L’ America non esiste” fa odorare i profumi del Central Park e i sentori primaverili di Manhattan, luoghi possenti dove solo domande altrettanto possenti possono essere poste: “Si chiese se diventiamo quello che siamo o possiamo cambiare la nostra realtà. Se fosse in grado di amarla, la vita, o solo consumarla. Se avesse fatto molto o nulla, da quando era arrivato. E quale fosse la differenza. Com'era bella Manhattan, con la sua potenza, la sua frenesia, il suo deserto di milioni di persone. Continuava a piangere, ma non voleva reagire con rabbia. Si combatte ogni giorno, e ogni giorno si cade tante volte. Questo non ricordava chi glielo avesse detto, ma non era importante. Quando vide il sole che brillava sui tetti dei grattaceli pensò che non c’è nulla che scompaia per sempre”.
Fabrizio Giulimondi


domenica 24 aprile 2016

"IL SANGUE DEI VINTI" DI GIAMPAOLO PANSA (SPERLING & KUPFER)

Il sangue dei vinti. Quello che accadde in Italia dopo il 25 aprile


"Chi indaga su un periodo storico e incontra un fatto mai raccontato ha il dovere di metterlo a conoscenza della Comunità: se  il 'revisionismo storico' è questo è una cosa buona".
Fabrizio Giulimondi

lunedì 11 aprile 2016

"VELOCE COME IL VENTO" DI MATTEO ROVERE

Locandina Veloce come il vento

Veloce come il vento” di Matteo Rovere (basato su una storia vera)  è una scarica adrenalinica  di emozioni,  cuore in gola,  battiti cardiaci a mille, respiro corto,  vento in faccia,  orecchie assordate dal frastuono dei motori,  sangue che  scorre impazzito nelle vene.
L’ “Arrivo” deve essere raggiunto, se non si raggiunge tutto è finito ed  è l’ “Arrivo” che ricompatta tutto: affetti, fratellanza, casa, famiglia.
Uno Stefano Accorsi in voluta pessima forma fisica ma in tempra attoriale superlativa, accompagnato da splendidi interpreti come Paolo Graziosi, Matilda de Angelis e Giulio Pugnaghi.
Speed!

Fabrizio Giulimondi


venerdì 1 aprile 2016

"UN BACIO" DI IVAN COTRONEO

Locandina Un bacio
Un bacio” è un film molto bello diretto dal regista e sceneggiatore di successo Ivan Cotroneo, Autore anche dell'omonimo romanzo da cui la pellicola è stata tratta.   Si inserisce nel ricchissimo filone cinematografico italiano giovanilistico ma con una nota onirica, un sapore amaro e non pochi momenti  drammatici.
Due ragazzi ed una ragazza. Tutti e tre sedicenni. Tutti e tre nella stessa classe e tutti e tre gli “sfigati” della scuola. Antonio ha un fratello morto in un incidente; Lorenzo è un omosessuale (e qui c’è una punta, anche se non eccessiva, di ideologismo omosessualista); Blue è considerata una “troia”, è molto abile nello scrivere (a differenza della madre) e si indirizza molte lettere, a mo’ di amica di penna.
Tutti e tre sono soli e tutti e tre hanno come collante l’unico solo e vero sentimento che può salvare la loro adolescenza: l’amicizia.
Immaginarsi di vivere altro rispetto a quello che in realtà vivono quotidianamente, sognare che le cose siano differenti da quelle che  stanno  provando o stanno per provare, per soffrire meno, per rifuggire meglio da una vita che non si riesce a comprendere: qui il tocco “magico” di Cotroneo fa acquistare al lavoro un sentore fantastico che lo rende affascinante, conquistando sin dalle prime battute lo spettatore, rapito anche da una colonna sonora da “10 e lode”.
Fabrizio Giulimondi