“La visita. La bellezza collaterale”, pièce teatrale di Rocco Cesareo - che è anche voce fuori campo (Maurice) - è strutturata nel dialogo di una attrice (Lucille impersonata da Rita Charbonnier) con se stessa, una attrice un tempo “divina” ed oggi abbandonata dal mondo e da se stessa
Questa,
attenzione, è solo la narrazione apparente, solipsica, monadica e monastica,
nella quale la voce di Maurice non si comprende se sia reale o frutto della
immaginazione allucinatoria di Lucille.
La
vibrazione interna alla recitazione si direziona, invero, verso altre sorgenti:
la bellezza collaterale.
Cinema
e teatro si abbracciano di nuovo. Collateral Beauty, pellicola del 2016
diretta da David Frankel, anticipa la visione nell’opera di Cesareo. V’è
una bellezza in ogni cosa, in ogni trancio di vita, anche in ogni tragedia. Una
bellezza nascosta, a latere, non vista e non visibile, ma esistente e
persistente.
Sta
allo spettatore trovarla nel recitativo e fra le pieghe musicali de “La
visita”.
Fabrizio
Giulimondi