"San Giovanni Paolo Magno" di Papa Francesco con Luigi Maria Epicoco (San Paolo).
Recensire
un'intervista a Bergoglio, ad opera
di Luigi Maria Epicoco, sulla
immensa figura di San Papa Giovanni Paolo II nel centenario dalla sua nascita non
è un batter di ciglia.
L'attuale
Pontefice tramite un gioco di parallelismi e intersezioni ripercorre la propria
vita umana, sacerdotale, vescovile, cardinalizia e papale attraverso le
medesime tappe percorse dal gigante del XX secolo, Karol Wojtyla, dalla sua venuta
al mondo il 18 maggio 1920, alla sua elezione a Pontifex Maximus il 16 ottobre
1978 sino alla sua morte.
Il
Vescovo di Roma argentino si identifica con il pensiero teologico e pastorale
del Successore di Pietro polacco e, per mezzo di questo breve scritto, rimarca
in maniera granitica punti fermi della Tradizione della Chiesa Cattolica
Apostolica Romana.
Possenti
ed estremamente chiare le pagine sul gender.
L'intervistatore chiede: "Secondo Lei,
in questo momento storico qual è la modalità più specifica attraverso cui il
male si fa presente e agisce?". Papa Francesco risponde senza giri di
parole: "Una di queste è la teoria
del Gender".
L'annuncio
del messaggio cristiano (il kerigma)
viene prima di ogni cosa e non deve essere corrotto dall'ideologia marxista
come ha inopinatamente fatto la Teoria della Liberazione, giustamente
contrastata da Giovanni Paolo II: "C'è
sempre il rischio di lasciare il kerigma e di idealizzare la cultura. Ma la
grande sfida dell'evangelizzazione è proprio quella di salvare il kerigma e di
trovare sempre l'alfabeto giusto per poterlo raccontare nella cultura".
Le
aree progressiste particolarmente
attratte dall'orbita protestante e luterana rimarranno deluse dalle lapidarie
parole di Bergoglio sulla questione del sacerdozio femminile ("Molto spesso, quando mi viene posta la
questione del sacerdozio femminile, io dico che non soltanto sono d'accordo con
Giovanni Paolo II, ma che la questione non è più in discussione, perché il
pronunciamento di Giovanni Paolo II è stato definitivo") e sul celibato
dei preti verso il quale non v'è la più che ben minima apertura. Papa Francesco
fa proprio il grido di Wojtyla sulla famiglia (costituita solamente da uomo e
donna) minacciata e aggredita da chi vuole ridurla ad una paccottiglia
indistinta.
Commoventi
le parole di commiato del Pontefice sudamericano dedicate a Giovanni Paolo II
nel suo ritorno alla Casa del Padre alle ore 21.37 del 2 aprile 2005: "È stata un'azione di abbassamento totale,
sembrava realizzarsi in lui ciò che la Lettura ai Filippesi dice di Gesù: 'Abbassò
se stesso fino al nulla, fino all'umiliazione liberamente scelta' (cfr Fil
2,5-11). Giovanni Paolo II è stato un uomo libero, fino alla fine e, anche
nell'immensa debolezza che ha vissuto, sono certo che ha sempre mantenuto una
grande lucidità e una grande consapevolezza di quello che stesse vivendo la
Chiesa".
La Weltanschauung
di Jorge Mario Bergoglio fuoriesce prorompente dalle coltri massmediatiche che
possono pur distorcere i discorsi on
plein air, ma certamente non quanto messo nero su bianco.
Buona
lettura!
Fabrizio Giulimondi