"Memory" di Martin Campbell, classico action
movie targato a stelle e strisce, parte con grande intensità per poi scaricare
l'energia cammin facendo. L'attore protagonista Liam Neeson è una garanzia avendo una lunghissima carriera come
interprete di personaggi impegnati a correre contro il tempo, a colpi di karate
e di pistola, in condizioni ambientali impossibili.
La
trama riprende altre narrazioni cinematografiche che vedono al centro della
scena criminali che poi convertono la propria violenza ad una causa giusta. L'incontro
del killer professionista Alex Lewis con una ragazza coinvolta in un gito di
prostituzione minorile e pedofilia suscita in lui un tale moto di indignazione da
condurlo a collaborare a distanza con i "buoni": i metodi,
ovviamente, rimangono inalterati!
Splatter,
azione, ambienti turpi e voglia di redenzione costellano la storia che, però,
risulta essere, al suo termine, sanza
infamia e sanza lodo.
“Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, bel, affascinante e raffinato
film appena uscito dal Festival del cinema di Venezia ed entrato nelle sale
cinematografiche (liberate dal green pass
e dalle mascherine). Il cast di attori è di tutto rispetto: il bravissimo e
neofita Leonardo Maltese nei panni di
Ettore, accompagnato da due grandi attori come Luigi Lo Cascio, interprete del protagonista della storia ed Elio Germano, nel ruolo del giornalista “eretico”
del quotidiano l’Unità.
Il
racconto è tratto da una vicenda realmente accaduta che gira intorno alla vita
del mirmecologo, letterato e drammaturgo Aldo Braibanti nella Emilia Romagna
comunista degli anni ‘60. Braibanti è omosessuale e attratto dai propri giovani
discenti frequentanti la sua scuola di teatro. Con l’accusa dell’allora vigente
reato di plagio (art. 603 del codice penale, poi dichiarato incostituzionale
dalla Consulta nel 1981) al professore viene storpiata definitivamente l’esistenza
con una condanna a nove anni di prigione, mentre al giovane allievo (Ettore) con
cui oramai conviveva, viene fagocitata la mente dopo un lungo periodo di
manicomio ed una serie di elettroshock.
Braibanti
è un antesignano provinciale e sconosciuto di Pasolini, ricordandone le
fattezze e l’attrazione per i ragazzi e ripetendone lo schema relazionale fra
figlio e madre: la madre di Aldo è figura maestosa straordinariamente inverata
da Rita Bosello.
Nel
ribadire la delicatezza estetica, il garbo narrativo e le tinte morbide delle
immagini, è opportuno mettere in evidenza anche l’esasperazione ideologica che
punteggia la pellicola, ideologia che prorompe nella scena della suora che alza
il Crocefisso innanzi agli occhi della madre di Ettore a mo’ di esorcismo o in
quella in cui il Pubblico Ministero pronunzia parole duramente razziste nei
confronti dei neri in un’aula di giustizia.
Il
dato “politico” innovativo rispetto al Mainstream
si palese nell’esplicita accusa di omofobia ai comunisti nostrani e sovietici, comportamento
che oggi comporterebbe la damnatio
memoriae.