“Puoi
sfuggire al buio. Ma non puoi impedire al buio di cercarti”
Prima era stato “Il suggeritore”.
Poi era sopraggiunto “Il cacciatore
del buio”.
“È
dal buio che vengo”.
E ora Donato Carrisi ci conduce per mano dove la virtualità diventa
realtà perché la realtà può essere troppo limitante all’espansione del Male: “Il gioco del suggeritore” (Longanesi).
“E
al buio che devo tornare”
Chi è Enigma? Chi è Pascal?
“È
dal buio che vengo e al buio devo tornare”.
L’alessitimia è l’analfabetismo
affettivo.
Mila ne è affetta.
Mila è un ex poliziotto.
Mila ha una figlia.
Ciò che l’uomo non riesce a fare nel
mondo reale per viltà o argini etici nell’Altrove lo può fare. Tutto è
possibile nell’Altrove.
E se l’Altrove tracima nel mondo
reale?
“Il
potere di cambiare le persone, di trasformare innocui individui in sadici
assassini”.
Carrisi è il thriller che in modo erudito
interiorizza le nostre paure, quelle che ancora non conosciamo, ne anticipa i
tempi, le profetizza, le preconizza, ce le fa conoscere prima che esse si
disvelino nella loro più cupa virulenza. Il Male non si manifesta con il
ruggito feroce di un essere deforme e belluino, ma con il sorriso gentile di un
suggeritore: “la faccia di un uomo
normale”
“Puoi
sfuggire al buio. Ma non puoi impedire al buio di cercarti”
Fabrizio Giulimondi