I 600 euro
(pochissimi - anche se diventano 800 euro per qualche mese cambia poco - e dati con ritardo e con meccanismi complicati
al pari dell'accesso ai finanziamenti bancari del c.d. "Decreto
imprese") sono liquidati a liberi professionisti e commercianti
indipendentemente dal numero dei componenti il nucleo familiare.
PROPOSTA: vanno modulati in
base a se uno vive da solo o ha famiglia e dal numero dei componenti della
famiglia (minori, anziani, disabili);
FAMIGLIA:
Si è
vista l'importanza della famiglia in queste settimane, luogo dove le persone si
sono aiutate, supportate, protette a vicenda in un mutuo scambio di affetti (a
parte quello che dirò dopo).
Il
Governo non ha messo un centesimo per aiutare le famiglie (V. Dichiarazione
Ministro famiglia Bonetti) in questo momento così tragico (previsioni giù PIL
dal - 8 al -9.5%). Aveva parlato di inserimento di assegno per le famiglie in
un decreto legge: niente!
PROPOSTA:
1)
Prevedere "assegno unico per la
famiglia" (di cui la Lega parla da tempo), ossia un emolumento
onnicomprensivo che unisca in un unico assegno tutte le varie e sparpagliate
provvidenze per i nuclei familiari in modo di razionalizzare la normativa e
dare certezze alle famiglie: l'assegno deve tenere in considerazione il numero
dei componenti, la presenza di minori, di invalidi (gravi, meno gravi) e di
anziani (autosufficienti o meno)
2) Il quoziente familiare adottato anche in
altri Paesi europei come la Francia incentiva anche la natalità, in quanto i
redditi percepiti nel nucleo familiare sono divisi per il numero dei componenti
e più essi aumentano e più la tassazione si abbassa, tenendo sempre in considerazione
la presenza di minori (anche per fasce di età degli infra - diciottenni) o
maggiorenni che non lavorano, anziani, invalidi (per gravità della disabilità e
patologia), presenza di disoccupati o inoccupati;
3)
Considerare il latte in polvere una
sorta di "salvavita" e consentirne l'accesso gratuito alle madri in
difficoltà economica entro una certa soglia di reddito.
INVESTIRE
SULLA FAMIGLIA E' INVESTIRE SULLA SOCIETA', NON E' UNA FACOLTA' O UN OPTIONAL:
O SI INVESTE SU DI ESSA O NON C'E' FUTURO!
Famiglia,
scuola e lavoro sono interconnessi perché il c.d. smart working ("lavoro agile"), che può andare bene nel
breve periodo, può, poi, diventare un gravoso problema per le famiglie e, in
particolare, per le donne, anche in termini retributivi, oltre che di dinamiche
relazionali.
Spiego:
Lo smart working elimina del tutto la sfera
relazionale ed umana che compone l'attività lavorativa, che non è soltanto la
prestazione lavorativa in sé e per sé considerata ma contatti, vicinanza,
socialità, umanità, amicizia, affetti, stima, tutti fattori che svolgono anche
un ruolo incentivante e di pungolo per la medesima qualità (e quantità) della
prestazione professionale.
La
modalità lavorativa dello smart working
costringe il lavoratore privato e pubblico - a casa, ognuno separato dall'altro
e collegato soltanto per mezzo di una macchina - a lavorare ben oltre l'orario di servizio. A
differenza del telelavoro che è semplicemente un "decentramento" a
casa del lavoro dell'ufficio, lo smart
working è una modalità di lavoro di natura diversa, volta al raggiungimento
di risultati e obiettivi, non coerente con la natura di molti lavori pubblici e
privati che si basano ancora sull'attività lavorativa "in presenza".
Occorrerebbe, pertanto, una modifica radicale dei Contratti Collettivi
Nazionali di Lavoro per consentire lo smart
working come modalità lavorativa ordinaria.
Ad
oggi lo smart working si sta
rivelando estremamente svantaggioso per il lavoratore pubblico e privato, il
quale può:
• essere costretto a lavorare in qualunque
ora della giornata e ben oltre il proprio orario contrattuale di servizio;
• rimetterci in termini retributivi (niente
buoni pasto, straordinari, voci legate alla presenza).
Le
donne ne stanno avendo grande svantaggio perché, senza soluzione di continuità,
passano, spesso, dal lavoro alle attività casalinghe e familiari (sono
rientrati al lavoro lo scorso 4 maggio il 72,4% di uomini mentre molte donne
sono rimaste a casa). A questo si aggiungono le lezioni on line degli studenti
che, se figli piccoli frequentanti le elementari, sono a loro volta seguiti
dalle madri che, pertanto, lavorano on line da casa per se stesse e per i figli
piccoli.
PROPOSTA: lo smart working deve essere una eccezione
o, in subordine, essere alternato con turni di lavoro in presenza a incastro
con i colleghi; essendo una modalità di esecuzione del lavoro e non un diverso
tipo di lavoro la retribuzione deve rimanere immutata indipendentemente se
l'esecuzione della prestazione avvenga in ufficio o in casa; se si lavora in smart working deve lo stesso essere
rispettato l'orario di servizio ed avvenire la disconnessione all'ora di
scadenza dell'orario.
MODALITÀ DI STUDIO ON LINE per
studenti, dalle elementari al liceo (lo stesso problema vale, seppur con tenore
diverso, per le Università): negata la socialità che, per lo sviluppo
cognitivo, psicologico e della personalità dei ragazzi, è fondamentale. Grave
criticità della assenza o scarsezza della rete ("divario digitale" o
"digital divide") che
implica per parte degli studenti (circa il 41% del territorio nazionale)
difficoltà (o assenza) di connessione, con gravissime conseguenze nel seguire
le "classi virtuali", per non parlare delle notevoli difficoltà nel
sostenere gli esami, a partire dalla quelli di maturità.
PROPOSTA: ripristinare
all'inizio del prossimo anno scolastico la presenza degli studenti a scuola,
seppur ovviamente in sicurezza, per la qualità dell'insegnamento,
dell'apprendimento, degli esami da sostenere e dello sviluppo umano e cognitivo
dei ragazzi.
Anche
i giovani vedono nero il loro futuro, consegnati a lavori precari, incerti,
fumosi, mal pagati (problemi occupazione femminile e giovanile).
SCUOLE PRIVATE
(laiche e) cattoliche nel Veneto: circa il 30% rischia di non riaprire: ruolo
formativo ed educativo fondamentale e il loro venir meno fornisce un colpo
mortale alla crescita educativa e culturale dei giovani.
PROPOSTA: dare un bonus (specie per le famiglie che non
superano una certa soglia dio reddito complessivo) da spendere, per chi vuole,
per accedere alle scuole private cattoliche (o laiche).
In
questa situazione di gravissima difficoltà economica e sociale per l'Italia il
mostro della LUDOPATIA sta già
crescendo ulteriormente.
N.B. consentiti dal 4 maggio i giochi
d'azzardo legali dei Monopoli di Stato ma LE MESSE PUBBLICHE NO CON INAUDITA
LESIONE DELLA LIBERTÀ DI CULTO (ART. 19 DELLA COSTITUZIONE).
N.B.
La presenza coatta in casa - come segnalato dagli addetti ai lavori (sociologi,
psichiatri, psicologici, assistenti sociali, mediatori familiari) - ha
aumentato la violenza morale e fisica
sulle donne nelle case dove già preesistevano problemi e criticità di tale
genere. Le stesse associazioni che si occupano del problema evidenziano la
riduzione delle denunzie nell'arco di tempo della quarantena per la difficoltà
o impossibilità delle donne di telefonare ai numeri preposti, per la costante
presenza del marito. IL GOVERNO SI E' LIMITATO A SIGILLARE LE FAMIGLIE IN CASA
DISINTERESSANDOSI DEL TUTTO DI QUESTI DRAMMI SOCIALI.
N.B.
SI SONO LIMITATI A DIRE: STATE A CASA MA TUTTE LE CONSEGUENZE, ANCHE MOLTO
GRAVI, di ordine non solo economico e lavorativo, ma anche sociale ed umano
(per le donne GIA' in difficoltà con i mariti o compagni; per i bambini che si
sono visti interrompere all'improvviso il contesto in cui vivevano, come
scuola, attività sportive, parrocchiali, ludiche, amicizie, il resto della
famiglia al di fuori del nucleo familiare; gli anziani lasciati soli; gli
invalidi soli o in famiglie che si sono sobbarcate del peso senza più alcun
aiuto sociale esterno) SONO STATE ACCOLLATE INTERAMENTE AI CITTADINI ITALIANI
Fabrizio Giulimondi