venerdì 24 luglio 2015
domenica 19 luglio 2015
sabato 18 luglio 2015
"GIOVANI SI DIVENTA" DI NOAH BAUMBACH
“Giovani si diventa” di Noah Baumbach, pretenziosa commediola
statunitense, a tratti brillante, che sfiora tanti temi senza affrontarne
convintamente nessuno.
Ben Stiller è
particolarmente bravo, Naomi Watts
sempre affascinante, Amanda Seyfried
(la diciottenne che si deve sposare in Mamma
mia!) come il prezzemolo, sta in ogni film senza che lo spettatore se ne
accorga.
Fabrizio Giulimondi
giovedì 16 luglio 2015
"CRIME STORY - LO STUPRO" DI ALESSANDRO VOLPI
“Crime story – Lo stupro” (Albatros), opera prima “matura” di Alessandro Volpi, dopo la produzione
letteraria per bambini e l’assegnazione nel 2007 del Premio Rotary Club di
Torino al racconto favolistico Simon, il cavalluccio marino.
L’ars scribendi come psicoterapia e
psicoanalisi, come maieutica e salus
animarum.
Mai tale
verità è stata così conclamata come in questo lavoro di Volpi.
Lo
stupro: scarnificazione dell’”Io”, dell’intimità più profonda di un essere
umano, della propria anima e del proprio corpo.
Lo
stupro: senso di colpa, angoscia, “io non volevo, non ho fatto nulla perché accadesse”,
strepitus fori del processo, inversione
dei ruoli fra carnefice e vittima.
Voglia
di giustizia, sonnolenza dello Stato, voglia di vendetta.
Quale
è il confine fra “giustizia” e “vendetta”?
Il
libro si nutre di fatti di cronaca e a tratti invoca nella mente del lettore “Processo
per stupro” trasmesso dalla Rai nel 1979.
Lo stile
fluido costellato di gergo malavitoso e strutturato prevalentemente in dialoghi
serrati, accompagna reminiscenze autobiografiche dell’Autore che è dietro a più
personaggi della narrazione: è il padre di Carol ed è Nando e anche Carlo il “Gangi”,
il fascinoso balordo della vecchia mala lombarda.
Si
respira un’aria gangsteriana, stile
Romanzo Criminale, ove le gesta banditesche sono edulcorate e velatamente
eroiche, fra "Bene" e "Male", fra antichi riti propiziatori e azioni delittuose,
fra Dio e Famiglia e condotte sanguinarie, fra dottor Jekyll e il signor Hyde e, fatalmente,
il lettore sta dalla parte della “banda”, perché nell'altro versante c’è uno stupratore,
immondo fra gli immondi.
Quale
è il confine fra “giustizia” e “vendetta”?
Fabrizio Giulimondi
mercoledì 15 luglio 2015
"LA STAGIONE DEGLI INNOCENTI" DI SAMUEL BJØRK
“Vieni, Mia, vieni. Scrisse nuovamente i nomi
in testa ai fogli. Pauline. Johanne. Karoline. Andre. Sei anni. Cominciare la
scuola in autunno. Marco 10:14. Lasciate che i bambini vengano a me. Viaggio da
sola. Corda per saltare. Alberi. Bosco. Vestiti puliti. Corpi ben curati.
Shakespeare. Amleto. Zainetti. Libri di scuola. Cominciava a muoversi qualcosa.
Rikke JW. Hønefoss. La bambina non fu mai trovata. Viaggio da sola.”.
Molto
simile per stile e contenuti all’opera del compianto Giorgio Faletti, distante
dall’algido approccio linguistico del conterraneo Jo Nesbø, Samuel Bjørk con “La stagione degli innocenti” (Longanesi) introduce il lettore in una
agevole trama psicopatico-criminale che riprende temi già diffusamente affrontati
dal cinema e dalla letteratura. Il devastante mix follia e settarismo religioso, incubi personali e istinti
omicidi, il cui collante è una deviata religiosità, è oramai un leit motiv di successo, come dimostrano lo scrittore svedese Stieg
Larsson con la fortunata trilogia “Millennium” e l’italiano Donato Carrisi con
i suoi ben più acuti e dotti romanzi serial
killer-esoterici.
Thriller godibile in attesa che qualcuno lo traduca in linguaggio cinematografico.
Fabrizio Giulimondi
giovedì 2 luglio 2015
"LA FEROCIA" DI NICOLA LAGIOIA (EINAUDI): VINCITORE DEL PREMIO STREGA 2015
“La ferocia” del pugliese Nicola Lagioia (Einaudi) - già Autore di “Riportando tutto a casa” - ha vinto il Premio Strega edizione 2015.
Ferocia: sostantivo.
Feroce: aggettivo.
Ferocemente: avverbio.
La “ferocia” è l’anello di congiunzione fra la turpitudine di Clara, la malattia mentale del fratello Michele, l’ignominia dell’altro fratello Ruggiero, l’inconsistenza della sorella Gioia, l’amore umiliato e da lenone del marito di Clara, Alberto, la densa aria di ricatto della famiglia Salvemini e il vizio di alcuni “colletti bianchi” della città di Bari, location perfetta per questo romanzo capace di creare un costante stato di inquietudine nel lettore.
Clara è un personaggio pasoliniano ripulito dalla sporcizia di certe borgate romane e arricchito da pennellate desadiane, un po’ Histoire d’o, un po’ Lady Chatterley, un po’ Madame Bovary, un po’ Emanuelle, una creatura il cui unico sentimento profondo e autentico è per il fratello Michele, seppur nella famiglia Salvemini è immersa in tutto il suo corpo e la sua anima.
L’incedere narrativo è irto di ostacoli, anche per la tecnica stilistica di mettere nello stesso periodare, fra un segno di interpunzione e l’altro, più storie che avvengono in luoghi e tempi diversi.
La lettura deve essere attenta perché ogni tassello del racconto, alla fine, avrà il suo senso ed il suo incastro.
“Il futuro. Splendido e feroce come la bocca spalancata della tigre di cui aveva letto da ragazzo.”.
Fabrizio Giulimondi
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