·
Bullismo:
Consiste
in una manifestazioni di aggressività
messe in atto dai bambini e dagli adolescenti. Un comportamento bullo è un
tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare; spesso
è persistente, talvolta dura per settimane, mesi, persino anni ed è difficile
difendersi per coloro che ne sono vittime.
Alla base della maggior parte dei
comportamenti sopraffattori c'è un abuso
di potere e un desiderio di intimidire e dominare.
Si osserva che vittime del bullismo sono spesso adolescenti su cui gravano stereotipi e pregiudizi
discriminatori ancora largamente presenti nella nostra società. Non a caso
molti dei fenomeni di devianza giovanile che sfociano in azioni di bullismo
scaturiscono dalla disinformazione e dai pregiudizi nei confronti dei ragazzi con disabilità. Solitamente la
vittima si sente isolata, ha paura di denunciare e raccontare gli episodi
subiti perché teme rappresaglie e vendette, e manifesta il proprio disagio con
sintomi fisici e psicologici. A lungo
andare mostra un calo di autostima, sintomi di insicurezza patologica, ha
problemi di relazione e manifesta disturbi di ansia e depressione. Nei casi più
gravi può anche arrivare a comportamenti autolesionisti fino anche al tentativo
di suicidio. Vale la pena ricordare che il suicidio è la seconda causa di morte
fra i giovanissimi, dopo gli incidenti stradali.
·
Ma il
fenomeno può anche spostarsi dal piano delle relazioni reali a quello della dimensione virtuale, e in
questo caso si verifica ciò che definiamo cyberbullismo: l'utilizzo della rete
e dei social network per intimorire,
molestare, aggredire con sms, e-mail, messaggi in chat, o con la diffusione di immagini e video minacciosi,
offensivi o non rispettosi della riservatezza della vittima ( a sfondo sessuale).
Quando gli atti di bullismo diventano cyberbullismo possono produrre
conseguenze ancora più gravi. L'assenza
di dimensione spazio temporale tipica dell'ambiente internet consente al bullo
di insinuarsi nella vita della sua vittima
senza soluzione di continuità, a qualsiasi ora del giorno e della notte e in
qualunque luogo si trovi.
·
Per una efficace prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo servono, infatti, azioni mirate della scuola e del modo sportivo rivolte agli
studenti e alle loro famiglie. Il rapporto fra scuola, sport e famiglia può
essere determinante per contrastare i pregiudizi che alimentano il bullismo e
promuovere un atteggiamento mentale che educhi al senso di comunità.
·
Sul
ruolo della scuola insistono tutte le proposte di legge che il Parlamento sta
esaminando.
La Polizia
Postale registra un trend in ascesa dei reati che riguardano l'uso del web e sono numerosi i ragazzi autori
inconsapevoli di reato. Secondo stime generali effettuate dalla Polizia i casi reali di cyberbullismo potrebbero essere 5-6 volte superiori rispetto a
quelli denunciati.
Ad ogni modo si registra un aumento delle denunce probabilmente dovuto
ad una maggiore consapevolezza della problematica da parte dei minori e dei
genitori. Negli ultimi anni l'impegno e
la sensibilizzazione sul tema del bullismo e cyberbullismo hanno svolto un ruolo
primario nella presa di coscienza del mezzo.
Dai
dati emerge una certa difficoltà per le vittime a parlare degli atti di
bullismo subiti: 1 su 3 non ne parla con nessuno. Il motivo è
soprattutto la vergogna (30 per cento) seguito dall'esigenza provata di farsi
giustizia da soli (24 per cento), anche se sono soprattutto i maschi ad
ammettere di essersi “vendicati” nei confronti del bullo.
·
La necessità di uno specifico provvedimento
legislativo in materia di bullismo e cyberbullismo
emerge dalla constatazione del sensibile incremento che questo fenomeno sta
avendo negli ultimi anni, fino ad assumere la dimensione di un rilevante
problema sociale, come dimostrano anche recenti tragici fatti di cronaca. L'uso
dei dispositivi telematici e dell'accesso ad internet da parte dei giovanissimi
ha ingigantito il problema ed i suoi effetti: la rete e, in particolare, i social
media divengono oggi l'ambiente in cui più frequentemente si verificano
i comportamenti di molestia e di aggressione di stampo “bullistico”.
A questo proposito è opportuno fare un
chiarimento: la mancanza di specifiche
disposizioni sanzionatorie in materia di bullismo non comporta
l'impossibilità di punire condotte ad esso riconducibili.
Ad oggi, dunque, il cyberbullismo non ha una
sua configurazione autonoma in campo penale, ma è ben possibile che il comportamento del bullo integri uno dei
reati previsti dal nostro ordinamento (ad esempio, stalking, diffamazione, furto di identità, diffusione di materiale
pedo pornografico, violazione della privacy). In giurisprudenza, il bullismo è stato anche considerato come circostanza aggravante di altro reato
utilizzando la circostanza aggravate dai futili motivi.
· Tuttavia, la peculiarità della condotta
illecita, specie con riferimento a quella commessa attraverso mezzi
informatici, è tale da richiedere una risposta
sanzionatoria specifica che sia modulata sulla particolare lesività della
condotta stessa.
Nuovo intervento
normativo: il ddl. AC 3139 - approvato oggi
17 maggio 2017 in seconda lettura dall’Aula della Camera dei deputati - mette
mano finalmente al ginepraio di fenomeni antichi quanto attuali, aggravati dall’avvento
di internet: maggiore diffusività, aggressività e “incancellabilità” di foto e
video immessi in rete (damnatio memoriae).
IN SINTESI l’intervento:
1.
è rivolto soltanto ai minori sia come vittime sia come responsabili;
2.
è polarizzato su azioni a carattere preventivo non isolatamente
considerate ma nel quadro di strategie di attenzione, tutela ed educazione
che MOBILITANO IN MASSA LE ISTITUZIONI, LA SOCIETA’ CIVILE, SCUOLA, FAMIGLIE,
vittime e autori delle condotte;
3.
si
svolge in una chiara cornice attuativa che è - testualmente - data dall’ambito
delle istituzioni scolastiche senza limiti di età;
4. verte esclusivamente sulla prevenzione del cyberbullismo
comprensivo di tutte le condotte (aggressive, diffamatorie, furto di identità,
trattamento illecito di dati personali) in danno di minori e, in base a quanto
si è detto, realizzate per via telematica. Si recupera la condotta della
diffusione di contenuti on line con lo scopo intenzionale di isolare,
abusare o vittimizzare un minore o un gruppo di minori;
5. Resta
intatta la procedura (ora attivabile dal minore ultra14enne o dal genitore
esercente la potestà sulla vittima) per inoltrare istanza di
oscuramento/blocco/rimozione al titolare del trattamento o al gestore del
sito internet o del social media (anche se le condotte di cyberbullismo come
definite dalla legge non integrino le fattispecie illecite prevista dal codice
della privacy); se entro 48 ore il soggetto adito non vi abbia provveduto è
previsto il ricorso al Garante per la protezione dei dati personali che
entro 48 ore interviene con i poteri previsti dal codice della privacy.
Resta
la novità assoluta - che esprime il paradigma operativo dell’azione
preventiva-educativa - dell’istituzione di un TAVOLO TECNICO INTERMINISTERIALE
coordinato dal MIUR con la partecipazione degli altri Ministeri
coinvolti in questa azione sinergica di tutte le Istituzioni, dei Garanti
(infanzia, AGCOM, dati personali) e con il massimo coinvolgimento della
società civile (associazioni con esperienza nel settore e nella promozione
dei diritti dei minori; associazioni studentesche e dei genitori;
rappresentanti degli operatori dei social e della rete internet). Tale
ultimo aspetto connòta l’intervento in esame in termini di inclusività per consentire
a chi vi è coinvolto di riacquisire il rapporto perduto con il territorio, con
la rete e con tutti i propri interlocutori quotidiani.
Torna centrale il tema dell'INCLUSIONE come denominatore
comune di una serie di recenti interventi approvati da Governo e
Parlamento (ad esempio: riforma del terzo settore, reddito di inclusione e
disciplina dell'accoglienza e protezione internazionale)
Come opera il tavolo:
-
redigendo un piano d’azione integrato che utilizzerà anche la
polizia postale per il controllo dei contenuti riguardanti i minori;
-
adottando un codice di co-regolamentazione (e qui emerge
bene la novità della gestione partecipata del fenomeno) per la
prevenzione e il contrasto del cyberbullismo al quale devono attenersi agli
operatori della rete internet e del social networking;
-
inserendo nel piano d’azione le iniziative di informazione coinvolgendo i
servizi territoriali in sinergia con le scuole.
Si prevede la periodica
attuazione di campagne di sensibilizzazione ad opera della
Presidenza del Consiglio in collaborazione con il MIUR, avvalendosi dei
principali media e degli organi di stampa.
Infine un’AZIONE SINERGICA
IMPORTANTE coinvolge il Dipartimento di Giustizia minorile e di Comunità
sentito il quale il MIUR adotterà linee di orientamento per la prevenzione e
per il contrasto del cyberbullismo nelle scuole che,
già a partire dal triennio 2017-2019, promuoveranno la formazione specifica del
personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti stessi e
misure di sostegno per la rieducazione degli studenti coinvolti.
ANCORA, SULLA CENTRALITA’ del
TEMA FORMATIVO-INFORMATIVO-RIPARATIVO meritano un cenno le seguenti
novità:
- 1. Un docente viene individuato come
referente per ciascuna scuola per coordinare le iniziative educative nei
confronti delle famiglie mentre il dirigente, salvo che la condotta costituisca
reato, informa chi esercita la responsabilità genitoriale per adeguate e
tempestive azioni educative;
- 2. Previsti finanziamenti di
progetti elaborati da scuole in rete, servizi minorili, uffici territoriali del
Governo e forze di polizia per promuovere azioni integrate nell’ambito della
formazione e sensibilizzazione;
- 3. Previsti progetti
personalizzati dei servizi territoriali per sostenere le vittime e rieducare
gli artefici delle condotte di cyberbullismo.
- La versione definitivamente approvata dalla Camera dei deputati ha cancellato le figure criminose che erano state introdotte dal Senato della Repubblica.
CON ABBANDONO DEL REATO TIPICO restano
applicabili agli atti di cyberbullismo le fattispecie classiche del codice
penale:
- stalking aggravato dall’uso dei mezzi informatici e
telematici;
- singoli reati che possono essere integrati dalle singole
condotte previste dalla legge (ingiuria, diffamazione,
lesioni, estorsione);
- fino a quando non è presentata denuncia è applicabile la
procedura di ammonimento con convocazione del minore e un genitore da parte del
questore.
Il bullismo,
quindi, rappresenta una piaga da combattere e da estirpare, prestando
particolare attenzione agli ambienti
ove maggiormente rischia di albergare, manifestarsi ed avere origine, come la scuola e lo sport.
A tale proposito le campagne di informazione e di prevenzione sono indispensabili
strumenti di contrasto a questa fenomenologia social-criminale.
La scuola
è sempre più primario punto di riferimento per la famiglia e per la
società, centro educativo ove gli
interventi debbono travalicare gli ambiti disciplinari canonici per assumere
carattere etico e sociale. Di grande importanza risultano essere le campagne avviate di informazione su
legalità, importanza dello sport,
alimentazione sana.
Attualmente infatti, emerge una preoccupante situazione di disagio dei giovani
inseriti nella complessità di un mondo
globalizzato, senza confini, destatualizzato, immerso nel mondo senza
territorio né regole del web, spesso
in balia di se stessi, che li rende sempre più fragili e disorientati, aventi
difficoltà comunicative con adulti e coetanei.
Aumenta nei giovani la ricerca di stimoli forti, senza la consapevolezza
delle possibili e spesso tragiche conseguenze che possono derivarne: la
diffusione di episodi sempre più gravi di bullismo,
di forme di dipendenza come la droga, l’alcolismo,
il tabagismo e il doping.
Si rilevano preoccupanti percentuali di
abbandono scolastico ed una precoce rinuncia
all’attività sportiva. E’ importante sottolineare come le esperienze
ludico-motorie siano significativamente diminuite fra i ragazzi causando squilibri
nello sviluppo delle capacità motorie e – in questo gli antichi romani ci sono
saggi ammonitori -, pertanto, nelle abilità intellettive.
E’ crescente la preoccupazione per l’adozione
di non corretti stili di vita sempre più sedentari, determinanti i una cattiva
alimentazione e l’incremento di obesità e malattie ad essa collegate.
E’
ormai unanimemente riconosciuto che lo sport è uno degli strumenti maggiormente
efficaci per aiutare i giovani a crescere psicologicamente, emotivamente,
socialmente, oltre che a livello fisico. Lo sport è il pandant alla sedentarietà imposta dall’abuso di mezzi elettronici e
telematici. Lo sport è il contraltare all’isolamento ed alla solitudine
fatalmente conseguenziali all’epoca di internet e del computer. Lo sport è
socialità, dialogo con se stessi e con gli altri, uso dell’idioma del corpo e
della parola, accettazione dei propri limiti, gioia delle proprie vittorie
senza dileggiare l’avversario, partecipazione ai successi altrui, per poi volerne
prendere il posto un domani. Lo sport è raggiungere il traguardo con la
disciplina, l’onore e la fatica. Lo sport richiede alla persona di mettersi in
gioco in modo totale, dovendo trovarsi gli strumenti idonei e predisporre le
strategie adatte per affrontare al meglio e superare le proprie difficoltà: il
coinvolgimento degli altri è, pertanto, implicazione necessaria. Lo sport è il
mezzo principale per una efficacia lotta al bullismo anche nella sua più
devastante forma: quella on line.
Lo sport
scolastico è il primo passo che ragazzino deve intraprendere e allo sport
scolastico, sin dalle elementari, è affidato il compito di sviluppare una nuova cultura sportiva e contribuire, così,
ad aumentare il senso civico degli studenti, oltre che migliorarne le
capacità aggregative, di integrazione e di socializzazione. Lo sport è basato su un radicato senso
educativo e civico: tutti i partecipanti, con i loro diversi ruoli, debbono
rispettare le regole che essi stessi hanno accettato e condiviso. La scuola deve farsi interprete di un
nuovo progetto di sport scolastico che favorisca l’inclusione anche delle fasce più deboli e disagiate presenti fra i
giovani.
· Per
tali ragioni la pratica del “doping” è da contrastare con estrema energia, in
quanto lede l’essenza stessa della attività sportiva, professionale, agonistica
e non: l’assunzione di sostanze per potenziare la resa fisica viola gravemente
il principio di lealtà che informa lo sport e il dovere (e la stessa bellezza)
di ottenere il podio grazie alle proprie capacità atletiche, frutto di anni di
fatica e di costante e pervicace allenamento. Quel secondo di tempo (e anche
meno) in meno sull’altro non è dovuto ad una superiore prestanza fisica o ad
una migliore tecnica ginnica, ma soltanto ad una sostanza chimica: lo sport
scompare, rimane solo una vittoria “drogata”.
·
La famiglia
ricopre un ruolo di primaria importanza perché determina l'approccio con il
quale il fanciullo si affaccia sul mondo. È necessario dare esempi positivi e
non estremizzare la competizione, anche nello sport. E’ triste vedere nei
campetti di calcio genitori che incitano alla violenza i propri figli pur di
ottenere il fatidico goal!
·
Qualche
parola in più sul cyberbullismo: Per
comprendere la portata del fenomeno basti pensare che oggi il 34% del bullismo
è online. Rispetto al bullismo
tradizionale, tuttavia, l'uso dei mezzi
elettronici conferisce al bullismo alcune
caratteristiche proprie, che ne accrescono la potenzialità offensiva: anonimato
del molestatore; difficile reperibilità; indebolimento delle remore
etiche (nascondersi dietro una tastiera fa emergere “il peggio” di una
persona): assenza di limiti
spaziotemporali (il bullo può “colpire” in ogni momento e da ogni
luogo).
Importante è la promozione della cultura digitale all’interno delle scuole e delle
famiglie: risulta indispensabile lo sviluppo di programmi di informazione
diretta di adolescenti e bambini.
Il contrasto a tale fenomeno, deve essere
realizzato, come è evidente, su un piano preventivo e repressivo, penale ed
educativo.
Da sottolineare, a livello giuspenalistico, che al cyberbullismo si affianca (quasi
interagendo con esso) l’uso criminoso della rete, punito
partendo dal contrasto al terrorismo anticipatone
la soglia di punibilità alle attività di proselitismo e reclutamento via
web.
·
Dati
statistici: Una ricerca condotta dall'ISTAT su "Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e
violenti tra i giovanissimi" analizza dati riferiti al 2014. Evidenzia in
via preliminare - con riferimento al fenomeno generale del bullismo, non
necessariamente in ambiente informatico - come circa il 50% dei ragazzi compresi nella fascia di età tra 11 e 17 anni abbia
subito un "episodio offensivo, non rispettoso e/o violento" nel
corso 2014. Il 19,8% subisce atti di
bullismo più volte al mese. Di questi, il 9,1% dei ragazzi subisce tali
atti settimanalmente. Nel 2014, in Italia, il 52,7% di ragazzi appartenenti
alla fascia di età compresa tra 11 e 17 anni sono stati interessati da episodi
di bullismo, più o meno frequenti. Considerando che la popolazione residente
della stessa fascia di età è pari a circa 4 milioni, quasi 2,2 milioni di ragazzi, su tutto il territorio nazionale,
sarebbero stati interessati da tali episodi.
·
Tra i
ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 5,9% denuncia di
avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social
network. Le ragazze sono più di
frequente vittime di cyberbullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi). Tali
percentuali sono da riferirsi non al complesso dei ragazzi compresi nella
fascia di età 11-17 anni ma all'insieme dei giovani utenti che accedono ad
internet tramite pc, cellulari, tablet et
similia (si tratta del 90% circa dei giovani nella fascia di età
considerata).
·
Si
registra un maggior rischio tra i più giovani: secondo il report ISTAT, circa
il 7% degli 11-13enni dichiara di essere stato vittima una o più volte al mese
di prepotenze tramite cellulare o Internet, mentre la quota scende al 5,2% se
la vittima ha un’età compresa tra 14 e 17 anni.
·
Secondo alcuni dati ISTAT rielaborati dal CENSIS (50° Rapporto sulla situazione sociale
del Paese, dicembre 2016), le vittime di
episodi offensivi tramite internet o cellulare sono:
- Femmine
24,9%, maschi 19,6%; Per area geografica: Nord 23,4%, Centro 20,8%, Sud 21,7%.
NB: Le
percentuali relative ai fenomeni di cyberbullismo
sono calcolate non sull'insieme dei ragazzi compresi nella fascia di età
considerata ma sull'insieme dei ragazzi di quella fascia di età che fanno uso
di pc, cellulare, tablet etc.
Secondo un'indagine presentata commissionata a
Skuola.net e all'Università degli studi
di Firenze e presentata nel febbraio
2016, il 17% dei nati tra il 1996 e
il 2010 dichiarano di connettersi ad Internet tra le 5 e le 10 ore al giorno;
la stessa percentuale di ragazzi (17%) si dichiara di essere "sempre
connessa".
· Sul tema del bullismo e del cyberbullismo ulteriori dati sono stati
forniti dal Censis in occasione
della pubblicazione del 50° Rapporto sulla situazione sociale del Paese (dicembre 2016): il 52,7% dei ragazzi
compresi nella fascia di età tra 11 e 17 anni, nel corso del 2016, ha subito
"comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei
coetanei". Il Censis, inoltre,
riporta che il 75,8% dei dirigenti scolastici interpellati (pari a 1.800) si è trovato a gestire più casi di bullismo,
il 52,8% di cyberbullismo. Inoltre, il 51,8%
dei dirigenti ha organizzato incontri
sulle insidie di internet con i genitori, avvalendosi prevalentemente del
supporto delle Forze dell'ordine (69,4%) e di psicologi o operatori delle Asl (49,9%).
Fabrizio Giulimondi