“Nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino.”.
“Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio (Einaudi, 2017) è un romanzo sul fascino
del perdersi, un libro che rapisce il lettore e lo proietta dentro se stesso. Si
inizia a leggerlo ed il tempo rimane sospeso fra le intercapedini di parole
perfette ed una storia umanamente meravigliosa.
Un padre
scopre il proprio figlio. Il figlio scopre il proprio padre. Tutto in due
giorni e due notti. Un evento che avrebbe dovuto essere sgradevole e che invece
trasforma le vite di un uomo e di un ragazzo. L’atmosfera marsigliese e il
sottofondo Jazz danno quel tocco bohémien
che rende la narrazione irresistibile.
Le
esistenze dei protagonisti assumono una connotazione balikwas, perdendo quell’angst
che prima le faceva incespicare, turbandole e perturbandole.
“In qualche modo cominciavo ad intuire i
misteri della città in cui ci muovevamo oramai da tante ore. Mi sembrava di
percepire gli spazi nascosti, le vite segrete, le finestre dove le ombre delle
persone passavano per un attimo e sparivano per sempre. Scorgevo, nelle linee
spezzate di quelle vie, la cifra nascosta della mia vita presente e soprattutto
di quella futura.”.
Fabrizio Giulimondi
Grande Fabrizio!
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