"La fine della storia e l'ultimo uomo"
("The End of History and the Last Man") di Francis Fukuyama, traduttore Delfo Ceni, editore Free Press, 1992
La
potenza del Pensiero, la bellezza dell'Idea, la filosofia, la politologia e la
storia che innalzano la mente umana ad
sidera coeli, il coraggio di guardare dal basso e dall'alto l'asfittico e
monocorde flusso di immaginazioni che affliggono la vuota pochezza delle
riflessioni globali.
Il
sublime non si commenta, il superlativo non si recensisce.
Norberto
Bobbio in "Destra e sinistra" contrappose il proprio pensiero a
quello di Fukuyama il quale, con
forza e audacia, ha proclamato: "1. la
storia non progredisce attraverso un processo di eguagliamento dei diseguali,
ma al contrario, attraverso la lotta individuale o collettiva per la
supremazia; 2) l'aspirazione degli uomini, realisticamente e non
utopisticamente interpretata, è non l'eguaglianza, ma la superiorità attraverso
la concorrenza e la vittoria sul nemico.".
Dietro
metafore e argomentazioni di amplissimo respiro, arricchite da evocazioni di
concezioni antiche e moderne, "La
fine della storia e l'ultimo uomo" è un saggio che non si può non
leggere, rileggere e studiare.
Fabrizio Giulimondi
Nessun commento:
Posta un commento