“La nostra lotta a cosa è servita?”
“La
lotta ha un valore di per sé. Il valore è la lotta stessa. Il correre è un
valore, si può non arrivare a meta ma si è corso.
Avere
disobbedito in modo non violento è stato un valore.
Non
aver abbassato la testa e non essersi imbustato il volto è stato un valore.
Essersi
ribellati a misure inumane, irrazionali e incostituzionali è stato un valore.
Essere
usciti sotto lockdown e rientrati
dopo il coprifuoco (come in Ucraina?) è stato un valore.
Avere
creduto nella libertà (messa al primo posto dal Popolo ucraino innanzi alla
propria vita e a quella degli altri)
è stato un atto eroico.
Fare
primeggiare il pensiero, il dubbio e la critica è stato prometeico.
Essere
state vittime di ogni genere di angheria, sopruso e stoltaggine è stato un atto
etico e valoroso.
Avere
combattuto contro il Green
Pass, strumento che non si vedeva dai tempi del nazismo e del fascismo, è
stato un comportamento epico, una operazione culturale e un esercizio dell’anima
avverso l’aggressione allo stadio minimale delle libertà individuali e contro la
trasformazione dell’essere umano in un QR
code.
Quando
si mette tutto se stessi in una battaglia che segna uno spartiacque fra umanità
e disumanità, libertà e tirannide, società liberale e società distopica, la
vittoria è già nelle proprie mani.”.
Il papà
Fabrizio Giulimondi
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