“Gli ultimi saranno ultimi” - tratto dalla omonima pièce teatrale - di Massimiliano Bruno,
Paola Cortellesi si
sta affermando sempre più come la più brava attrice italiana, capace di passare
da ruoli comici a drammatici con una disinvoltura ed una abilità di rara
caratura.
Il
resto del cast vede attori di
primissimo livello, come Alessandro Gassmann
che, insieme ad Elio Germano, può essere considerato una stella nel panorama
attoriale nazionale; Fabrizio Bentivoglio,
interprete di un poliziotto - probabilmente
mal costruito dal regista - confuso e
anonimo, né carne né pesce, che sbaglia mosse e tempi di azione; il grande (e
grosso) Stefano Fresi, che qualsiasi
parte rivesta mostra sempre una notevole carica di umanità; Irma Carolina Di Monte che dà voce a
Manuela, transessuale poco funzionale alla storia.
Il
film, accettabilmente confezionato, puntella
alla sedia lo spettatore per mezzo di una densa drammaticità da cui è percorso
per tutta la sua durata, anche se nelle ultime scene il drama può risultare eccessivo, ridondante, surreale, forzato e un
poco grottesco.
La
pellicola affronta temi importanti come la precarietà del lavoro; la crisi
economica che devasta i ceti sociali più deboli e , ancora di più, le donne,
specie se in stato di gravidanza; la gioia dello stare insieme di una coppia
sposata, la quale si accontenta della vita mediocre che il mercato del lavoro le
offre; la ferocia del taglio dei posti di lavoro, come se ad essere eliminati
siano numeri inerti e non persone, esistenze, famiglie.
La
forza de “Gli ultimi saranno ultimi”,
in realtà, è la stessa Cortellesi, dotata di capacità mimiche, espressive,
comunicative, di movenza corporea e gesticolazione delle braccia, che mettono decisamente
in secondo piano le distonie, le disarmonie e le criticità di sviluppo della
trama e di delineazione delle personalità e delle identità dei personaggi.
Fabrizio Giulimondi
Nessun commento:
Posta un commento