domenica 20 marzo 2022

TORNARE AL PENSIERO COMPLESSO

 


La pochezza imperversa ovunque. Le semplificazioni di questioni annose e dalle mille sfaccettature rendono oscene le conversazioni. Il rifiuto ottuso e ignorante del pensiero complesso immiserisce secoli di riflessioni filosofiche, politologiche e sociologiche. La dicotomia fra buoni e cattivi, bene e male, Si e No, pro e contro, ridicolizza il dibattito. La mutazione e la metamorfosi dei valori riempiti di utilità momentanee sono volgari al cospetto dei sapienti. La realtà trattata come variabile indipendente. La razionalità e la ragione brutalizzate da emozioni svuotate di sentimenti e umanità. La "quotidianizzazione" della vita dell'individuo cancella storie di secoli e vicende millenarie. Le centinaia di milioni di morti per mano bellica dimenticati, o mai esistiti, storia annoiata, inutile, che si ripete stancamente. La pancia che comanda sulla testa, il potere gerontocratico sul disprezzo per il presente e il futuro dei ragazzi. L'umiliazione del diritto, posto come imbarazzante utensile in un polveroso e buio stanzino.

Abbiamo necessità di tornare alla fatica e alla difficoltà dell'analisi, della ricerca, dello studio, del pensiero. Abbiamo bisogno di un nuovo pensiero complesso e di riscoprire l’amore per la difficoltà. Abbiamo necessità di abbeverarci nuovamente alla coppa di Aristotele, Socrate, Kant, Cartesio, Hegel. Abbiamo bisogno che il dubbio di Brecht prevalga sulle certezze dello stolto.

Una sola, somma, indomita, imperitura certezza, salda come roccia evangelica: PACE

Fabrizio Giulimondi

2 commenti:

  1. Analisi tagliente e sconcertante del trascorrere e dell' abituarsi ad esso semza mai scandalizzarsi.


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