“Una
faccia mostruosa: famiglia, sesso biologico, appartenenza nazionale, fede
religiosa, ogni ambito identitario è diventato improvvisamente e velocemente un
problema”.
È
prassi ricorrente che esponenti politici di variegata importanza e origine politica
scrivano biografie, autobiografie, saggi, romanzi, monografie, racconti, ma
credo sia la prima volta che un Presidente del Consiglio in carica accetti di
essere co-protagonista di un libro-intervista.
“La
versione di Giorgia” di Giorgia Meloni e Alessandro Sallusti (Rizzoli)
traccia il cammino di una donna da giovane militante di Destra a primo Premier
italiano di sesso femminile.
Le soluzioni
tecniche si abbracciano ai ricordi; i rapporti con i leader stranieri ed i Grandi
della Terra si affiancano ad antiche amicizie. Una esistenza travolta da uno tsunami:
trovarsi a quarantacinque anni al governo di uno Stato di sessanta milioni di
persone, fra la Mitteleuropa e l’Africa che avanza. Idee e passioni che si
calano in dimensioni nazionali ed internazionali per mutare in azioni, misure e
norme. Anni e anni di battaglie passano dall’etere alla quotidianità degli
esseri umani che abitano lo Stivale.
Fare i
conti con responsabilità immani, sfide erculee, sforzi titanici: “La prima
arte che devono imparare quelli che aspirano al potere è di essere capaci di
sopportare l’odio”.
Il lettore
passa dalla freddezza dei numeri al calore delle parole, dalla politica e dalle
Istituzioni ad una mamma che sente che sta togliendo qualche cosa alla figlia e
ad una moglie che scorge solo in lontananza il marito.
Valori
che si tingono di speranza.
Futuro
che non dimentica il passato.
Quando
ho cominciato a leggerlo pensavo di trovarmi innanzi a paccottiglia pseudo-letteraria
della personalità illustre del momento, mentre ho trovato un libro fatto di lacrime,
umanità, orizzonti, rabbia e amore.
Un lavoro
che molti non leggeranno per pregiudizio e, invece, dovrebbero affrontare per
conoscere un’altra versione del mondo, un’altra visione della esistenza, un
altro e sconosciuto punto di fuga.
“…..Il
nostro destino dipenda soprattutto da quello che noi siamo disposti a fare, da
quanto siamo disposti a lavorare, da quanto siamo disposti a sacrificare”.
Vi
sono emozioni che hanno bisogno di una propria corporeità, di rendersi visibili
agli occhi degli altri, per questo Giorgia Meloni si è fatta intervistare: per
dare veste con le parole a sentimenti che altrimenti sarebbero rimasti rintanati
nei pertugi nascosti dell’anima.
Fabrizio
Giulimondi
Nessun commento:
Posta un commento