sabato 19 ottobre 2024

"BAMBINO" di MARCO BALZANO (EINAUDI)

 


Ero stato un fascista, un soldato e in delatore. Non sapevo cosa fosse lavorare”.

Bambino” di Marco Balzano (Einaudi) è un romanzo duro, roccioso, impressionante, sull’orrore che l’uomo può realizzare in Terra nel voler sostituire l’ideologia alla realtà.

La città di Trieste nazi-fascista e poi comunista titina più che l’ambientazione della storia ne costituisce la trama. Trieste, con la sua bora ed i suoi segreti sanguinari, è la colonna vertebrale di una narrazione calda e tragica.

Mattia, un fascista portato alla violenza, alla angheria e al sopruso, scopre che la sua vera madre è un’altra e comincia a cercarla nei volti delle slovene del Friuli e dell’Istria, dove etnie e religioni sono affasciate fra loro da un antico sentimento di odio e cieca violenza.

L’avvento del fascismo, la Campagna di Grecia, l’8 settembre, l’arrivo della Stella Rossa nelle terre giuliano-dalmate, l’abisso delle foibe.

L’incubo nazista e poi quello comunista.

Le pagine del libro sono intinte di sangue, polvere e morte, stupri e torture: il lettore se ne avvede senza vederli come nelle tragedie elleniche.

Uno stomaco chiuso e un senso di angoscia e impotenza accompagnano questa ricerca di radici materne, di Cecilija, di Adriano, di Ernesto, del padre stesso di Mattia, Mattia che dovrà dismettere anche il proprio nome.

Bambino” diviene sempre più implacabile con lo sfogliare delle pagine.

Ogni volta che l’uomo ha voluto forgiare l’”uomo nuovo” ha forgiato solo l’incubo in Terra, uno “sprofondo che esala odore di carogne e di maledizione”.

Si legge in poche ore ma ciò che provoca la lettura del lavoro di Marco Balzano dura giorni.

Fabrizio Giulimondi

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