"Cerca te, ha bisogno di te, non dei protocolli. Cerca il medico non la medicina.".
"L'arte di legare le persone",
opera prima di Paolo Milone (Einaudi), è una tavolozza dove sono
sparsi alla rinfusa chiazze, sprazzi, pennellate, spuntoni delle patologie
mentali che l'Autore ha incontrato e incontra nel reparto 77 dell'ospedale
genovese ove presta servizio come psichiatra. La prosa usata come poesia è
costellata da una ironia e autoironia che incorniciano esistenze destrutturate.
Pensieri sagaci, angosciati, divertiti, punteggiano pagine che hanno come
protagonisti schizofrenici, euforici, tossici, alcolisti, caratteriali,
isterici, paranoici. Immagini sulla morte che lasciano un lieve brivido lungo
la schiena: "Della morte è sconcio
parlare, invece l'assassinio è tema gradito in società. Rilassa, rassicura. Dà
l'illusione che siamo noi a controllare la morte. Arrestato l'assassino, non si
muore più. Tutti a casa tranquilli.".
È un
libro autobiografico sul mondo interiore di uno psichiatra, sui suoi sensi di
colpa se un paziente si suicida, sul come vive l'improvviso sentimento nei
confronti di una ragazza in cura. I passaggi sul lamentio e sulla contenzione
sono memorabili: "Il bene e il male
che facciamo a un'altra persona si riverbera e si propaga in mille modi tra i
suoi parenti, amici e conoscenti e, nel tempo, si trasmette a tutti i
discendenti.".
La
stessa impostazione grafica delle pagine, così frastagliata e nervosa,
trasmette le sensazioni che Milone prova nella quotidiana immersione nelle scariche
mentali psichiatriche.
Luciano,
Lucrezia, Iris, Miriam, Lino, Elia, si faranno vento "più forti del dolore, più forti della paura, più forti del rancore",
ed è certamente molto duro non riuscire a dare risposte e spiegazioni a suicidi
e tentativi di suicidio.
"Noi veniamo al mondo non quando usciamo dal
corpo della madre, ma quando la madre ci abbraccia e ci riconosce e, senza
parole, ci contiene ancora in sé: in questa matrice noi ci costruiamo.".
La
prosa si fonde nella poesia e la poesia si confonde nella prosa in una armonica
bellezza dal contenuto aspro come il limone e dolce come il miele.
come è vero che l'infanzia segna le persone nel bene e nel male e che se un componente o più del nucleo familiare sta male psicologicamente tutti sono contagiati nessuno può scappare da questa legge iscritta nel dna di tutti. Grazie per la tua recensione lo leggerò.
RispondiEliminaGrazie a te per la tua riflessione
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