“Benvenuto
Presidente!” di Riccardo Milani
con Claudio Bisio, la veramente bella Kasia Smutniak, Beppe Fiorello, Remo
Girone e Piera degli Espositi, ridanciana
ed intelligente commedia all’italiana, mai così profetica come in questi giorni.
Il nostro protagonista si trova ad essere eletto Presidente della
Repubblica italiana, suo malgrado, a
causa di schermaglie politiche fra
Destra e Sinistra, che indicano e votano come Capo dello Stato Giuseppe
Garibaldi. Peccato che il personaggio interpretato da Bisio abbia proprio questo
nome e cognome, 50 anni di età ed un certificato del casellario giudiziale
immacolato, così come prevede la Carta Costituzionale.
Ovviamente porterà nel Palazzo del Quirinale l’anarchia, sconvolgendo prima, e
facendo innamorare dopo, la vice Segretaria Generale della Presidenza della
Repubblica, la bellissima Smutniak, baluardo delle regole del cerimoniale.
Oltre il caos, però, sarà latore anche di
una ventata di rivoluzionarie novità tutte a vantaggio del Popolo italiano.
Il finale è coraggioso, perché fa dire al Presidente della Repubblica
all’atto delle sue dimissioni dinanzi alla Camera dei Deputati, che il
“cittadino”, la tanto osannata “società
civile”, il quisque de pupulo, sempre
pronti a lanciare pietre contro i politici, tutti ladri, tutti corrotti, tutti
cattivi, non sono affatto immuni da pecche gravi, pure gravissime, simili
invero, nelle loro condotte di vita, personali e professionali, ai tanto vituperati esponenti politici (la
pellicola è rigorosamente bipartisan).
Aggiungo io, supportato dagli
attuali fatti di cronaca istituzionale e parlamentare: mi chiedo quanti di
coloro che sono in costante stato di scandalo in ragione dell’uso delle auto, dei cellulari,
degli alloggi di servizio e dai lauti stipendi degli “altri”, nel momento in
cui divenissero loro stessi possessori di tutto ciò se ne priverebbero
sdegnosamente e subitaneamente.
“La risposta, amico mio, sta
soffiando nel vento!”…caro, vecchio, sempre attuale Bob Dylan.
Fabrizio Giulimondi
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