E’ la prima volta che recensisco un film appartenente al genere horror.
La pellicola in questione è “La Madre ”
del bravo regista argentino Andres Muschietti,
presentato da Guillermo del Toro, apprezzato cineasta per aver scritto e diretto il bellissimo e impressionante “Il labirinto del fauno”, ambientato nella
Spagna franchista.
“La Madre ” è indubbiamente un
film del terrore come non se ne vedevano da tempo. E’ sconsigliato alle persone
che soffrono di pavor nocturnus, facendo fare ripetuti salti sulla sedia allo
spettatore: il mancato divieto ai minori di anni quattordici da parte della
competente commissione è un marchiano errore, avendo visto ictu oculi ragazzini piangere per
la fifa.
La narrazione riprende più filoni e tradizioni cinematografiche “di
paura”, da quello spiritistico, a quello in tema di streghe (quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est), a quello sulle “case
maledette”, a quello legato in alcuni lavori di Dario Argento alle figure
demoniache di mater lacrimarum, mater
sospiriorum e mater tenebrarum (Inferno; La terza Madre), nonché alle traduzioni sul grande schermo di
alcuni libri di Stephen King, come Pet
Semetary.
Probabilmente Muschietti ha inventato una nuova
categoria di orrore, che potremmo qualificare sentimental-horror, vista la
presenza di elementi da autentico film sentimentale, specie nel finale, che un poco ricorda ET
e un poco Ghost.
1929: anno della grande crisi. Omicidi e suicidi fra i
protagonisti della alta economia e
finanza. Un uomo uccide la moglie, scappa con le due figlie, una di un paio di
anni, l’altra un po’ più grande. Le conduce
in una casupola in mezzo ad un bosco ove vuole ucciderle. Viene fermato
e soppresso dallo spettro (veramente impressionante, che in parte riproduce la raffigurazione
realizzata dell’essere malvagio in Al calare delle tenebre, film del 2003 di John Liebesman) di una malata
mentale che era vissuta decenni prima in un ospedale psichiatrico di zona e oramai chiuso, morta suicida con la
figlioletta nelle acque di un fiume (nulla di nuovo sotto il sole!), dopo aver
ucciso una suora che la aveva in
custodia.
Le due bambine, allevate dal fantasma, vengono trovate dopo
cinque anni dallo zio (fratello del padre), che non si era mai dato pace della
loro scomparsa e aveva continuato a cercarle. Le nipoti hanno un aspetto
repellente e, grazie ad uno psichiatra, sono riportate alla realtà (ma non
troppo!) e affidate al parente e alla sua compagna.
Fra le mura della loro abitazione, però, va ad abitare anche “Madre” e la sua presenza
si fa sentire, come le palpitazioni che proverete Vi segnaleranno.
La più piccola delle due è particolarmente legata
affettivamente a “madre” come il the end
farà ben comprendere.
CONSIGLIATO…..e buona tachicardia.
Fabrizio Giulimondi
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