“La Svolta ” di Michael
Connelly (Piemme) è un avvincente thriller – giudiziario con un finale un po’
deludente come molti film americani.
Jason Jessup è stato detenuto per ventiquattro anni per essere stato
condannato a causa dell’uccisione di una dodicenne “pare” per motivi sessuali. La Corte Suprema ha revocato la
condanna e rinviato ad altra Corte di merito il processo in ragione del
sopravvenuto utilizzo della prova del
DNA – tecnica non conosciuta al tempo del crimine – la quale ha dimostrato che
le tracce di liquido seminale sull’indumento indossato dalla vittima non sono
riconducibili al reo.
Mickey Haller è un principe del foro di Los Angeles ma, richiesto dalla
procura, fa “il salto” e passa fra i ranghi della accusa, per la necessità di
questa di avere dalla propria parte un
astuto, esperto e molto competente
avvocato, il quale sappia superare in
abilità la iena che ricopre il ruolo
di difensore di Jessup.
Credo che la narrazione coinvolga in special modo chi ha approcciato o
sta approcciando studi giuridici, perché
il racconto, per la gran parte sviluppato all’interno del procedimento penale
avente ad oggetto la conferma della condanna o il proscioglimento del
“presunto” colpevole, è zuppo di risvolti processuali. L’Autore, che con questo
libro è primo in classifica negli U.S.A., descrive dettagliatamente, anche con
dovizia di particolari, la struttura ordinamentale giudiziaria statunitense; la
perfetta parità fra accusa e difesa, entrambe rappresentate da avvocati, con
stessi diritti, doveri e competenze; la autentica terzietà del giudice; le regole procedimentali
e processuali del rito penale; le sfumature più minute dell’agire del prosecutor e dei lawyers,
anche in ordine alle pieghe di natura psicologica, nei loro incontri – scontro nell’aula
e nei rapporti fra questi e il
magistrato; le dinamiche interne ed esterne dei giurati, veri arbitri del
giudizio, perché il senso della giustizia appartiene a chiunque e non solamente
alle toghe, le quali hanno il potere
di tradurre le decisioni del Popolo nelle vestigia della giuria popolare in
regole tecniche di diritto. Anche i riferimenti al sistema penitenziario e alle
strutture di polizia addette alla vigilanza del detenuto non più in vinculis sono culturalmente apprezzabili.
Fabrizio Giulimondi
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